Nel primo giorno di servizi sociali a Cesano Boscone, alla fondazione sacra famiglia, Silvio Berlusconi torna a sfidare il tribunale di sorveglianza che lo scorso 15 aprile gli aveva chiesto espressamente di “non diffamare ulteriormente i magistrati”. “Contro di me una sentenza politica infondata – ha detto invece l’ex Cavaliere durante la registrazione di ‘Iceberg‘ su Telelombardia – Ho fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e mi appresto a fare istanza di revisione alla Corte di appello di Brescia”. E fin qui nulla di nuovo: frasi dette e ridette sempre a metà tra la prescrizione dei magistrati e il diritto dell’ex presidente del Consiglio di esprimersi.
Questa volta però Berlusconi è andato leggermente oltre in direzione della diffamazione: “Non mi sento bene a raccontare questa situazione che mi ha limitato molto – ha detto – C’è chi dice che sono solo per quattro ore alla Sacra Famiglia, ma non è solo questo. Ad esempio il fatto che non posso uscire dalla mia regione, dalla Lombardia, il fatto che posso stare solo due giorni alla settimana a Roma e poi che devo rientrare alle 23. A queste – ha proseguito – si aggiunge una ulteriore limitazione che è quella di non fare il critico nei confronti della magistratura”.
Eppure, sono passati solo 10 giorni da quando, il 29 aprile scorso i giudici del tribunale di sorveglianza lo avevano avvertito un’ultima volta mettendo al vaglio le sue affermazioni: niente più offese ai magistrati, pena il ritiro della concessione dell’affidamento ai servizi sociali. Casus belli, l’intervista rilasciata a Corrado Formigli per la trasmissione di La7 Piazzapulita. In quell’occasione, il presidente di Forza Italia, all’inizio della campagna elettorale per le europee del 25 maggio, aveva definito la sentenza Mediaset “non solo mostruosa, ma anche ridicola, un boomerang per chi l’ha voluta”.