Il sindaco Rossi vara per la terza volta - ed estende - il contestato provvedimento. Nell'area coinvolta sarà vietato a tutti, bar e ristoranti compresi, vendere o anche solo tenere alcolici in frigorifero
Per Verona era stata “niente cibo né acqua” ai senzatetto. Per Padova è diventata niente alcool nei locali. E ora anche Venezia ci sta pensando. Boom delle ordinanze dello “stop”, in Veneto, l’ultima delle quali, quella patavina, ha allargato la “zona rossa”, ovvero l’area in cui non è possibile vendere (né tenere in frigo) bevande alcoliche da asporto. A firmarla lunedì per la terza volta consecutiva il sindaco reggente (in quota Pd) Ivo Rossi. Con una particolarità: nella zona di piazza Mazzini e di via Avanzo (nel tratto compreso tra vicolo Aspetti e via de’ Menabuoi) non ci sarà un solo bar, ristorante, pizzeria ma nemmeno un supermercato (ce n’è uno proprio in piazza Mazzini) cui sarà permessa la vendita.
Quello di lunedì è stato però solo l’ultimo, ma certamente il più esteso dei provvedimenti presi negli ultimi due mesi dal sindaco reggente. I primi riguardavano via Cairoli, via Bixio, via Eremitano, viale Codalunga via Trieste ma anche il piazzale Stazione e la zona che si trova all’interno della ferrovia, per un conteggio finale di quasi 80 attività commerciali coinvolte, tutte concentrate nella prima zona a ridosso della stazione. La ragione? Ridurre la presenza in quelle vie di “nullafacenti” e “ubriachi”, specialmente intorno alla stazione. Per i trasgressori è prevista una multa fino a 206 euro. “Anche se sono in vigore da poco con queste restrizioni ho ottenuto grandi risultati – aveva spiegato il sindaco Ivo Rossi – per questo ho deciso di allargare la zona e di applicare l’ordinanza anche ad un’altra area complessa, quella di piazza Mazzini. Una misura dura? Certo, lo so bene. Ma è il momento di responsabilizzare anche commercianti. Per quanto riguarda l’area di piazza Mazzini, l’amministrazione comunale si impegna a una riflessione su strumenti diversi, che tengano conto dei suggerimenti che verranno indicati dalle associazioni di categoria”.
Solo che poi evidentemente non è andata così e sono stati proprio loro, i commercianti, ieri, a scendere in piazza per protestare. E l’hanno fatto nel modo più chiaro possibile. Stappando in piazza una bottiglia di prosecco. “Siamo pronti ai ricorsi al Tar prima e alle barricate poi – hanno detto ieri mattina – l’ordinanza dev’essere ritirata perché colpisce una categoria in crisi”. Mancava poco a mezzogiorno quando hanno dato il via alla protesta chiedendo ai cittadini di ignorare le indicazioni del sindaco. Nemmeno mezz’ora dopo (si vota per le amministrative tra tre settimane) sono arrivati in piazza anche i candidati sindaci, da Francesco Fiore di «Padova 2020» a Massimo Bitonci, appoggiato dalla Lega Nord e da Forza Italia, entrambi contrari. Non tanto al provvedimento in sé e alla necessità di limitare il consumo di alcool, quanto alla scelta della modalità, che, secondo Bitonci, avrebbe dovuto limitare il consumo in strada e non la vendita.
Tiepida apertura è arrivata invece da Venezia. L’opzione ordinanza non è stata discussa nella Giunta di ieri ma l’assessore all’ambiente Gianfranco Bettin e il presidente di un comitato cittadino hanno dimostrato interesse. Va da sé, l’ordinanza a Venezia dovrà essere modificata, altrimenti addio “spritz”.