“L’abbiamo salvato e adesso vogliamo gestirlo”. E’ questa la richiesta del comitati per la tutela del Cineteatro Gerini che dal novembre scorso hanno rioccupato lo stabile sito nel quartiere periferico di Rebibbia a Roma. “Il teatro dopo anni di vicissitudini sarà ceduto dall’Amplired di Torino al Comune di Roma, secondo quanto previsto da una delibera capitolina”, racconta Paolo Pettinato, presidente dell’associazione Gerini. L’azienda privata aveva acquistato lo spazio nel 1999 dai salesiani per farci cinque centri commerciali. Le ruspe abbattono molti edifici, la chiesa, la palestra. Radano al suolo quello che per cinquant’anni era stato un polo socio-culturale vivo del quartiere. Parte la lotta dei cittadini. Con l’occupazione del 2006 e un ricorso al Tar riescono a bloccare la demolizione del teatro nato nel 1952 e donato ai salesiani dal marchese Gerini per scopi culturali. Dopo la delibera, otto anni dopo la prima occupazione, i comitati rientrano all’interno del teatro, organizzano corsi, fanno lavori di manutenzione e ristrutturazione. Pensano in grande. Stanno mettendo in piedi un progetto per la rivalutazione dello spazio, grazie all’aiuto di architetti che in passato frequentavano il centro. “Tornerà ad essere un posto vivo, una cittadella dell’arte con prezzi popolari – afferma ancora Pettinato – è nato per il popolo e verrà gestito dal popolo, con Zetema e il Comune questo luogo diventerebbe il classico teatro da 40 euro a persona che escluderebbe le realtà più piccole, quelle per le quali ci stiamo battendo e organizzando” di Irene Buscemi