Quattro striscioni e una t-shirt dedicati a Speziale, Genny ‘a Carogna e Ciro Esposito. Nelle curve italiane? No, in Germania. Nel week end di Bundesliga gli ultras del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund hanno voluto manifestare la solidarietà ai protagonisti, diretti e indiretti, della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, preceduta dagli scontri nei quali è gravemente rimasto ferito un tifoso napoletano e dal dialogo tra Questura e curva partenopea prima del fischio d’inizio.
Il più presente sulle tribune tedesche è stato Antonino Speziale, il ragazzo condannato per la morte dell’ispettore Raciti avvenuta nel 2007 durante la guerriglia seguita al derby Catania- Palermo. Al 75’ di Bayern-Stuttgart è stato esposto uno striscione ‘Speziale libero’, apparso anche sugli spalti occupati dai tifosi del Borussia durante la partita con l’Hertha Berlino. E un tifoso del Dortmund ha indossato anche una maglietta ‘Speziale innocente’.
Un concetto identico a quello espresso sulla t-shirt indossata da Genny ‘a Carogna, tra le cause per cui il capoultras dei Mastiffs è stato oggetto di daspo lo scorso martedì.
Va detto che la curva A del Napoli – dove i Mastiffs sono tra i gruppi più importanti – è gemellata con gli ultras del Borussia Dortmund, in particolare con il gruppo Desperados che fu presente al San Paolo per la partita di Europa League con il Porto. E così mentre all’Allianz Arena, oltre allo striscione pro Speziale, è apparso anche uno striscione ‘Forza Ciro non mollare’, i tifosi del Borussia sono andati oltre esponendo una lenzuolata con tre chiari messaggi: ‘Diffidati con noi’, ‘Libertà per gli ultras’ e ‘Genny uno di noi’. Non solo.
Anche i tifosi dell’Hertha Berlino, squadra che ospitava il Borussia Dortmund, hanno espresso la loro solidarietà ad Antonino Speziale, mentre nei giorni scorsi la stessa, identica iniziativa era stata intrapresa dalla curva del Porto e dai tifosi di Cluj e Brasov, compagini del massimo campionato rumeno. Ieri, invece, il padre di Antonino Speziale ha annunciato querela nei confronti della vedova di Filippo Raciti, rea di aver leso l’onore del giovane catanese condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia.