Dalla contrattazione con le parti sociali al decreto Irpef. Intervistato da La Stampa il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan parla delle principali questioni che investono il governo, difendendo le scelte del premier Matteo Renzi. Il ministro annuncia che in autunno l’esecutivo valuterà la possibilità di nuovi bonus alle famiglie e sulla delicata trattativa tra Alitalia e il vettore arabo Etihad taglia corto: “È in corso” afferma, ma serve “la collaborazione di tutti”. Un messaggio ai sindacati che si oppongono ai tagli previsti dal piano di ritrutturazione della compagnia aerea italiana.
Governo vs sindacati – “La discussione con le parti sociali è essenziale per la democrazia, altra cosa è la capacità di fare accordi e concretizzarli. In passato la concertazione ha prodotto risultati inefficienti, o perché non si sono trovati accordi sulle regole, o perché l’esito di quegli accordi ha prodotto vantaggi a favore di alcuni piuttosto che di tutti”, afferma il ministro Padoan, prendendo così posizione al fianco di Renzi nella battaglia che sta contrapponendo governo e parti sociali sul potere di contrattazione dei sindacati.
Il 6 maggio Susanna Camusso, leader della Cgil aveva accusato il governo di “distorcere la democrazia” e “negare” la partecipazione del sindacato nelle scelte dell’esecutivo. Renzi aveva risposto a tono. “Stiamo cercando di cambiare l’Italia, se i sindacati vogliono dare una mano lo facciano ma sappiano che la musica è cambiata – aveva detto il premir -, non possono pensare decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare una mano bene ma noi non stiamo ad aspettare loro”. A sostenere la posizione del premier era intervenuto poi anche Giuliano Poletti, affermando che “Il ministro del Lavoro incontra le parti, valuta, poi come è naturale che sia il governo si prende la responsabilità di decidere”. La reazione della Cgil era stata dura, il sindacato aveva ribadito che “tutte le parti sociali vogliono poter contrattare e non solamente essere ascoltate”.
Decreto Irpef e bonus – Nel 2015 il bonus da 80 euro previsto nel decreto Irpef potrebbe essere esteso. “La manovra serve a ridurre il costo del lavoro, sul lato delle imprese con la riduzione dell’Irap – spiega il ministro – e sul lato dei lavoratori attraverso il credito Irpef. Sappiamo che c’è un problema di diseguaglianze, soprattutto in una fase di uscita da un periodo di crisi profonda. In autunno, con la legge di Stabilità, vedremo se c’è spazio per aumentare il reddito di altre categorie di cittadini”. Nel decreto del governo, aggiunge Padoan, “ci sono misure che potrebbero produrre un miglioramento più forte di quello associato al taglio delle tasse”.
Il caso Expo 2015 – “In Italia continua a esserci un problema di malcostume nella gestione della cosa pubblica. Ma la cronaca ci dimostra che lo Stato reagisce in modo efficace”, spiega il ministro Padoan sul caso Expo. L’inchiesta che ha gettato l’ombra di una nuova Tangentopoli sull’evento internazionale e portato in carcere uno dei manager più importanti di Expo 2015 Spa, Angelo Paris e con lui anche Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, i quali assieme all’ex senatore pdl Luigi Grillo, secondo i pm, hanno posto in essere una “saldatura” fra imprese, cooperative e tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra fino alla Lega, per condizionare e assegnare appalti in cambio di tangenti.
Il caso Alitalia-Etihad e le elezioni europee – “Non esprimo giudizi, la trattativa tra Alitalia–Etihad, è in corso”. Per raggiungere “una soluzione positiva”, spiega Padoan, serve “la collaborazione di tutti”. Ma la trattativa ancora è in stallo e i sindacati si oppongono al piano di ristrutturazione che, tra le altre cose, prevede tagli al personale di circa 3mila unità. Il governo Renzi sta tentando in ogni modo di evitare che la speranza di un accordo con il potenziale socio Etihad vada in fumo proprio nel pieno della campagna elettorale per le europee del 25 maggio, che sottolinea il ministro sono “sempre un test per i governi”. E aggiunge che “Il malcontento ha ragioni oggettive, a partire dalla disoccupazione”.
Le oscillazioni dello spread – “Di qui alla fine dell’anno è possibile che lo spread torni a salire, anche se non” ai livelli dei tempi del governo di Mario Monti. La causa è la stretta monetaria della Banca centrale americana che presto farà sentire i sui “effetti”. La massa di liquidità in circolazione, spiega il ministro dell’Economia, “verrà meno, e con essa la finestra di opportunità che sta spingendo molti ad investire anche in Italia. Dobbiamo tenerne conto e agire con rapidità”.