Il centro-destra del leader nazionalista Narendra Modi prosegue la sua corsa verso la maggioranza assoluta di seggi. Questa è la tendenza che emerge dai primi exit poll resi noti da alcune emittenti televisive indiane. Il suo diretto concorrente, il partito del Congresso di Rahul Gandhi, si sarebbe fermato intorno ai 78-80 seggi, minimo storico mai toccato dalla formazione.
Anche i dati dell’affluenza sono da record: alle urne sono andati il 66,38% degli aventi diritto, cioè circa 551 milioni di elettori, il massimo storico raggiunto nella nazione indiana. Lo conferma la Commissione elettorale indiana, che si è occupata di gestire in questo mese il processo elettorale.
Il potere della famiglia Gandhi sembra dunque aver ceduto il passo all’ambizione di Modi, “l’uomo che si è fatto da sé”. Il governatore dello stato del Gujarat era dato per vincente fin dalla vigilia delle elezioni grazie a una campagna elettorale di forte impatto, in cui ha tenuto comizi in 3D per una cifra complessiva di 5 miliardi di dollari. Decisionista in politica economica, ben visto dal ceto industriale, Modi ha promesso 250 milioni posti di lavoro nei prossimi 10 anni, oltre ad assicurare tagli per la burocrazia e l’istituzione di 100 smart city. Apparenze a parte, infatti, il leader nazionalista riscuote successo anche tra i più giovani, riuscendo a canalizzare la loro voglia di cambiamento. Ma il ruolo di antagonista spetta di tutto diritto a Arvind Kejriwal, leader del Partito dell’Uomo Comune, apostrofato dalla stampa il “Beppe Grillo” indiano per la sua incontenibile lotta alla casta e alla corruzione.
La maratona elettorale indiana che si è appena conclusa, iniziata lo scorso 7 aprile e suddivisa in nove tappe, ha portato al voto in più di un mese gli oltre 800 milioni di aventi diritto; l’ultimo turno, in cui erano in palio gli ultimi 41 seggi e in cui erano attese circa 60 milioni di persone, si è chiuso nel pomeriggio di oggi, 12 maggio. I risultati ufficiali si avranno soltanto venerdì prossimo ma i sondaggi danno già per vincente il leader nazionalista del Bharatiya Janata Party (Bjp) Narendra Modi. Già secondo i primi exit poll, trasmessi dalla tv Times Now, il partito di Modi risultava vincente con 251 seggi, ponendosi come il primo partito indiano. Se i risultati di venerdì prossimo (16 maggio) confermassero questi dati il Bjp si troverebbe appena sotto la soglia dei 252 seggi, che assicura la maggioranza assoluta nella Camera bassa.