Per quanto in questo Paese nessuna voglia pronunciare questa parola, anche sabato scorso, in una Roma dove ci si sparava per una rivalità calcistica, si è parlato di trattativa con gli ultrà. E neanche questa volta è stata data una risposta chiara ai cittadini che intanto si domandavano cose fosse successo realmente in campo.
Anzi, per confondere meglio, vengono fornite due spiegazioni contrapposte.
Nei confronti di Genny ‘a carogna, alias Gennaro de Tommaso, ultrà napoletano, infatti la trattativa c’è stata. A far giocare il match Napoli-Fiorentina, dopo il ferimento di Ciro Esposito, sono stati gli ultrà. Tutti sanno che se questo gruppo non avesse voluto, quel fischio di inizio non ci sarebbe stato.
Genny ‘a carogna giustamente per questo paga. Paga per aver parlato con Marek Hamsik, che in quel momento faceva da mediatore con i tifosi. Per la Lega Calcio il giocatore è stato minacciato. Per lo Stato no. Nel dubbio, Hamsik non interviene: lui gioca a calcio e non esprime opinioni.
Genny ‘a carogna giustamente paga soprattutto per quella maglietta orribile: “Speziale libero“; riceve un daspo di cinque anni e viene indagato dalla procura di Roma.
Se invece ci si riferisce alle istituzioni, la versione cambia: per il ministro Angelino Alfano, per il prefetto Giovanni Pecoraro e per il questore Massimo Mazza trattativa non c’è stata. A nulla servono le motivazioni di condanna alla società del Napoli da parte del giudice sportivo che invece ritiene non solo che trattativa ci sia stata, ma aggiunge anche l’oggetto: “Se giocate, invadiamo il campo”, cosa che effettivamente è stata fatta a fine partita.
Per quanto riguarda lo Stato, in tal caso nessuno paga. Anzi si fa la voce grossa e si inaspriscono le misure contro le tifoserie. Nessuno si vergogna pubblicamente per quella scena che abbiamo servito, anche stavolta, agli occhi del mondo. Gli agenti e le istituzioni che si scomodano per parlare con Genny, che con un semplice gesto azzittisce o scatena una curva. E si piegano difronte a questa forza.
Come per il caso Shalabayeva (la moglie del dissidente kazako Ablyazov, ora di nuovo in Italia) qualcuno chiede le dimissioni di Alfano, che resiste. Stavolta però con una maggioranza diversa e con l’appoggio del Pd e di un Renzi, che forse ha dimenticato di “rottamare” molte cose. Intanto succede quello che è avvenuto per il match Napoli-Fiorentina. E le istituzioni, anche questa volta, si fanno scudo a vicenda, pensando a quale altra testa mettere sul piatto, salvando la propria.