Secondo le prime informazioni sull'imbarcazione c'erano circa 400 persone. Sul posto stanno prestando soccorsi mezzi dell'operazione Mare nostrum e alcuni mercantili. Commissione Ue: "Scioccati per ennesima tragedia". Oggi Orlando ha presentato all’Onu una proposta di risoluzione contro il traffico di esseri umani
Un altro barcone di migranti è naufragato a un centinaio di miglia dalle coste di Lampedusa. Solo ieri un’altra imbarcazione era affondata al largo della Libia, causando la morte di almeno 40 migranti. Le motovedette della Guardia Costiera hanno già recuperato 14 corpi, ma secondo il Centro Astalli i morti sarebbero almeno 40. Secondo le prime informazioni sull’imbarcazione c’erano circa 400 persone, di cui solo 240 sono state recuperate fino ad ora. Sul posto stanno prestando soccorso unità navali dell’operazione Mare nostrum e alcuni mercantili.
“Ci sono tanti morti vicino alla Libia, le nostre navi sono lì a recuperare i corpi e a soccorrere i vivi – ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano -, l’Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi. L’Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici”, ha aggiunto il ministro. Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha sottolineato che c’è “un deficit di cooperazione” a livello europeo e internazionale. Oggi il guardasigilli ha presentato all’Organizzazione delle Nazioni Unite una proposta di risoluzione contro il traffico di migranti.
Dal canto suo la Commissione Ue si è detta “scioccata” dalla “nuova tragedia”, e il commissario Cecilia Malmstrom ha chiesto a “tutti gli Stati membri di dimostrare solidarietà” e “discutere nel prossimo Consiglio Interni come si può contribuire ad affrontare le sfide nel Mediterraneo”. Il ministro degli esteri Federica Mogherini ha affrontato con i colleghi europei la questione dei naufragi nel Mediterraneo: “Episodi come quelli di ieri e di oggi non sono sostenibili – ha detto -, non possono accadere, il dramma di ieri e di oggi ci ricorda che la priorità è e resta salvare vite umane. C’è consapevolezza – ha aggiunto – che non è questione che riguarda solo l’Italia o solo i paesi del sud del mediterraneo”. Anche Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato socialista alla presidenza della Commissione, ha affermato che l’Ue “deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per mettere fine a questa catastrofe”.
A chiedere un maggiore coinvolgimento dell’Ue è stata pure il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che si è appellata al governo Renzi, affinché pretenda “dall’Europa soluzioni condivise, urgenti, e soprattutto diverse dalla sola sorveglianza in mare. Altrimenti le stragi non si fermeranno mai”. Ho sempre pensato, ha detto il sindaco Nicolini, che “la soluzione Mare nostrum non fosse la soluzione a regime”. Servono, ha spiegato, “canali umanitari controllati. Se non è possibile dalla Libia allora lo si faccia dall’Egitto“. Bisogna far sì, ha aggiunto il sindaco, che tragedie come quella del 3 ottobre del 2013 non si ripetano. Allora furono 366 i morti recuperati dopo l’affondamento davanti alle coste di Lampedusa di un barcone che trasportava oltre 500 migranti.
In Sicilia intanto la situazione resta di emergenza: in mattinata sono sbarcati 61 minori somali a Porto Empedocle, soccorsi da un mezzo della Marina militare, mentre a Trapani, dove le strutture di accoglienza sono al collasso da tempo, negli ultimi giorni sono arrivate oltre 400 persone.