Respinta la richiesta dell'organizzazione terroristica, arrivata attraverso un video in cui le oltre 200 studentesse rapite in un liceo vengono mostrate velate e in preghiera: "Sono state tutte convertite all'Islam". L'Unione europea chiede l'immediato rilascio. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu valuta "misure appropriate" contro il gruppo armato
Il governo respinge la richiesta di Boko Haram di rilasciare le 200 studentesse rapite in cambio della liberazione dei prigionieri politici facenti capo al gruppo terroristico. A confermarlo è il ministro dell’Interno nigeriano, Abba Moro, secondo cui: “I Boko Haram non possono porre delle condizioni”. Il messaggio dell’organizzazione islamica è arrivato con un video di cui è ancora protagonista Abubakar Muhammad Shekau, il capo dell’organizzazione. Tuttavia questa volta nel filmato, di circa 17 minuti, compaiono un centinaio di ragazze coperte integralmente dal velo, riprese mentre recitano il primo capitolo del Corano. Shekau garantisce che si tratta di una parte delle oltre 200 ragazze rapite, che sono state tutte convertite all’Islam.
Ecco il video che riprende le studentesse rapite:
Intanto escono nuove indiscrezioni sul posto in cui sarebbero segregate; secondo il il governatore del Borno, infatti, le studentesse, sequestrate il 14 aprile scorso, si troverebbero ancora in Nigeria. Nessun trasferimento in Ciad o in Camerun, dunque. Le nuove informazioni sono state subito passate ai militari nigeriani, che ora hanno nuovi indizi per proseguire nella ricerca.
Sulla vicenda è intervenuto anche il governo nigeriano, che ha dichiarato che per il rilascio delle ragazze non verrà pagato alcun riscatto. “La vendita di esseri umani è un crimine contro l’umanità”, ha assicurato Reuben Abati, consigliere speciale del presidente. A chiedere “l’immediato rilascio” delle studentesse è anche l’Unione europea mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu valuta “misure appropriate contro Boko Haram”. Nelle conclusioni sui rapimenti in Nigeria i 28 ministri degli Esteri dell’Ue riuniti a Bruxelles esprimono “profonda preoccupazione” e si dicono “inorriditi” per le sofferenze inferte ai civili. “La Ue – assicurano i ministri – lavorerà per mettere fine alla cultura dell’impunità per l’uso della violenza sessuale“. Chiedendo “il rilascio immediato e senza condizioni” delle ragazze, i ministri offrono “il loro sostegno alla Nigeria per la soluzione di questo spregevole crimine”. Intanto il presidente francese Francois Hollande ha annunciato la convocazione a Parigi di un vertice per i problemi di sicurezza legati all’azione di Boko Haram in Nigeria e nei paesi confinanti. Il capo dell’Eliseo ha chiesto anche “agli americani e ai britannici” di partecipare all’incontro che si terrà sabato prossimo.
Nei giorni della grande mobilitazione mondiale su Twitter per il rilascio delle oltre 200 studentesse, soprattutto grazie alla campagna #BringBackOurGirls, che ha visto tra i suoi protagonisti Papa Francesco e Michelle Obama, le ricerche potrebbero essere giunte a una svolta.