Mentre noi ancora discutiamo, discutiamo, discutiamo, discutiamo, altrove vincono il jackpot. E’ di pochissimi giorni fa la notizia che Apple ha assunto la manager Angela Ahrendts assegnandole un “golden hello” di 68 milioni di dollari.  Il “golden hello” è (per intenderci) un bonus di ingresso legato al solo fatto di iniziare a lavorare per una data azienda.

Angela Ahrendts (già Burberry) gestirà i mega store della società degli iPhone (e nemmeno il reparto tecnologico). Ed il “golden hello” assegnatole da Apple, secondo gli stessi giornali specializzati americani, è il più alto della storia. Ripeto: il più alto mai visto. Un vero e proprio jackpot.

Tanto che la stampa Usa si interroga più o meno con la stessa domanda: “is that too much?“.

Ora, a parte ogni questione “etica” o sociale (ormai anche negli Usa si è aperta una questione per l’appunto di equità tra i privilegiati della Silicon Valley e il resto degli Stati a stelle e strisce), ma davvero vogliamo ancora discutere di copia privata? Se è giusto o no lasciare questo genere di margini ai produttori di smartphone o chiedergli di compensare più adeguatamente e anche in Italia quegli autori, artisti, produttori, editori che gli consentono di esistere?

La Ahrendts da sola si ritroverà in busta paga (senza nemmeno considerare lo stipendio che ovviamente si aggiungerà al golden hello) un valore quasi identico all’intera raccolta di copia privata in Italia. Evviva. Franceschini fai una cosa di sinistra, anzi di civiltà.  

Luca Scordino, Consigli di Gestione SIAE

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