Ancora incerti i tempi della procedura che dovrebbe riportare il fondatore di Forza Italia nel nostro paese in seguito alla condanna di 7 anni. Ma il portavoce del ministero della Giustizia libanese assicura: "Non c'è alcuna volontà di ritardare"
La decisione presa dal governo libanese sulla richiesta di estradizione per Marcello Dell’Utri “che sia favorevole o contraria (alla misura richiesta dall’Italia, ndr), potrà essere impugnata presso il Consiglio di Stato” sia dal suo avvocato che dal governo italiano. Questo è quanto dichiarato dal legale libanese di Dell’Utri, Akram Azouri, che ha poi confermato il ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, come già annunciato dopo la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa dell’ex senatore del Pdl. “Se il mio assistito vincerà il ricorso la condanna italiana sarà nulla e decadranno gli effetti della richiesta di estradizione” ha assicurato il legale.
Intanto, dopo l’interrogatorio di ieri davanti alla procura di Beirut, Marcello Dell’Utri resta in attesa di novità sulle procedure per la richiesta di estradizione. Sempre ricoverato nell’ospedale di al-Hayat, l’ex senatore resta in stato di arresto. La procura libanese dovrà ora inviare un rapporto con le sue valutazioni sull’interrogatorio al ministro della Giustizia e al primo ministro, che dovranno prendere la decisione definitiva sull’estradizione.
Il guardasigilli italiano, Andrea Orlando, si era detto fiducioso sui tempi dell’estradizione dell’ex senatore, ma oggi il giudice Ahmad al Ayubi, portavoce del ministero della Giustizia di Beirut ha frenato, sostenendo che la giustizia “lavora secondo le regole prescritte dalla legge libanese, non dal ministro italiano” visto che “il Libano è un paese sovrano”. Comunque al Ayubi ha assicurato che da parte del Libano “non c’è alcuna volontà di ritardare” le procedure per l’estradizione di Dell’Utri. La decisione verrà presa “in tempi brevi” anche se ancora non è stato stabilito un termine ufficiale.