Se le sono mandate a dire per tutto il giorno attraverso comunicati e dichiarazioni alla stampa. Alla fine la rissa a distanza sull’emergenza immigrazione tra il commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmström e il ministro dell’Interno italiano Angelino Alfano ha avuto uno sbocco in una telefonata “costruttiva e aperta”. Tutto questo accade mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tirato un ceffone all’Unione europea (“Salvano le banche e non i bambini”) e soprattutto mentre ancora non è chiara l’entità dell’ennesima tragedia del Mediterraneo. Oggetto del contendere del confronto a distanza la presa di posizione che nel pomeriggio ha preso la commissaria europea. E cioè che l’Unione Europea due mesi fa ha chiesto all’Italia di cosa aveva bisogno per dare il proprio sostegno nell’emergenza sbarchi, ma non c’è stata risposta. Ad ogni modo, ha aggiunto, la Commissione è pronta ad ascoltare le nuove richieste che arriveranno da Roma per la gestione dell’immigrazione.

Resta da capire chi ha ragione. Infatti questa ricostruzione a stretto giro viene contestata dal ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano: “Ci sono quattro indicazioni precise – ha replicato durante Effetto Giorno, su Radio24 – che abbiamo sempre dato in tutte le riunioni a Bruxelles, la prima è che l’accoglienza umanitaria bisogna farla in Africa, l’Europa deve andare lì: monti le tende e faccia assistenza lì”. Più tardi il titolare del Viminale sarà anche più duro: “Ma ci facciano il piacere, la smettano – replica Alfano – Le dichiarazioni della Commissione sono tra il provocatorio ed il ridicolo. Chiedono letterine di fronte ai morti. Ho appuntamento telefonico con la Malmström le dirò a voce quello che ho già detto nei vertici europei”. Il ministro insiste: “Così muore l’Europa nel cuore dei cittadini europei – afferma – E’ un’Europa della burocrazia quella che di fronte ai morti chiede letterine. Abbiamo già detto chiaramente nei vertici europei, nei consigli dei ministri europei, in tutte le sedi che chiediamo l’aiuto dell’Europa. Se vogliono che lo mettiamo per scritto farò prima: ho appuntamento telefonico con la Malmstrome e le ripeterò a voce quello che ho detto in diverse sedi”.

E infatti, finalmente, la telefonata è arrivata. “Ho appena avuto una conversazione telefonica costruttiva e aperta col ministro Alfano, cui ho espresso ancora una volta le mie condoglianze per i recenti tragici eventi e la riconoscenza della Commissione Ue per l’eccellente lavoro che l’Italia sta facendo per assistere i migranti e salvare vite umane” ha detto la Malmström. “Ho reiterato al ministro la disponibilità della Commissione europea ad aiutare e sostenere l’Italia nei suoi sforzi per la gestione della crescente pressione migratoria e di richiedenti asilo – si legge in una nota – Ho anche detto al Ministro che la Commissione è al corrente del punto di vista italiano e che non ha mosso alcuna critica alle autorità italiane”. “Ho infine spiegato al Ministro Alfano – conclude l’esponente dell’esecutivo – che la lettera inviata il 14 aprile aveva il solo scopo di chiedere in che modo possiamo fornire ulteriore assistenza e di identificare e garantire al meglio risposte congiunte alle sfide immediate che ci attendono”.

Il braccio di ferro continua e se prima sembrava sorda Bruxelles ora sembra che l’incomprensione sia diventata biunivoca. “Non abbiamo ricevuto indicazioni precise” aveva detto un portavoce del commissario aggiungendo però che la Malmström ha sofferto una “certa frustrazione” per ciò che i 28 “potrebbero fare e non fanno” soprattutto in tema di “ricollocazione dei rifugiati”. Tutti i leader dei Paesi avevano detto che stragi come Lampedusa non dovevano più avvenire – dice – Crediamo che alle dichiarazioni politiche non siano seguiti abbastanza fatti concreti”. “Siamo qui per ascoltare le autorità italiane – conclude Cercone – per sostenerle e aiutarle, ma non possiamo sostituirci a loro. La nostra collaborazione con l’Italia è eccellente e siamo sempre in ascolto. Ma ci devono dire cosa si attendono da noi e dalla Commissione Ue”.

E qui si inserisce la replica nel merito di Alfano. L’Europa, ha sottolineato Alfano,”deve andare, specie in Libia, così come la comunità internazionale è intervenuta contro Gheddafi. La seconda richiesta è che il soccorso in mare deve farlo l’Europa attraverso Frontex: Mare Nostrum ci costa 300mila euro al giorno e l’Europa deve issare la sua bandiera sulle navi di Mare Nostrum”. L’Italia, ha proseguito il ministro, “chiede poi di ospitare la sede di Frontex e che i migranti abbiamo la possibilità di ricevere asilo politico in tutti gli altri paesi europei, non solo in Italia”. “Queste cose – ha proseguito – le abbiamo dette in tutti i contesti. Non consentiremo a nessuno di giocare allo scaricabarile facendo poi pagare il conto all’Italia. Se il problema è spedire letterine a Bruxelles sono pronto a prendere l’aereo e andare domani stesso a parlare faccia a faccia con la Malmström”.

Alla fine il portavoce della Malmström, a RaiNews24, conferma che “c’è una visione comune di quello che è necessario, ora sul tavolo servono proposte concrete. Noi abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti di cui la commissione dispone. Sta all’Italia indicarci come le misure concrete debbano essere indirizzate per dare il nostro sostegno in maniera più immediata. Si lavorerà sulle linee strategiche fornita dal ministro Alfano”. In merito allo spostamento della sede di Frontex, che è a Varsavia, “sono decisioni che la Commissione Ue non può prendere da sola ma devono essere prese dal Consiglio“. 

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