L'amministrazione comunale reagisce così alla citazione in giudizio da parte della cooperativa Mani Unite (formata dagli inquilini che avevano scelto "l'edilizia fai da te"). Si giustifica l'atto parlando del mancato completamento dei lavori nonostante i tentativi di mediazione e soluzione. A denunciare la richiesta, il consigliere 5 Stelle Vandini: "Pagano i più deboli"
Il Comune di Ravenna chiede 3 milioni di danni agli “autocostruttori” di Filetto e tramonta così la via della conciliazione tra le due parti. Per gli inquilini che avevano scelto “l’edilizia fai da te”, i guai sono cominciati il 20 maggio del 2010, quando la Alisei srl è stata dichiarata fallita dal tribunale di Milano. La vicenda comincia nel 2004 e si rivela un flop di edilizia popolare in Emilia come in Lombardia, Veneto e Umbria. L’idea iniziale della società poi fallita era quella di risolvere il problema delle abitazioni popolari favorendo (ad esempio nel recupero materiale) chi si sarebbe costruito da solo la casa. A collaborare al progetto anche le amministrazioni comunali che si impegnarono a individuare istituti di credito per aiutare i lavoratori e a controllare il buon funzionamento del progetto. A Ravenna però, parte del lotto è rimasto incompiuto e lo scontro è proseguito nelle aule giudiziarie. Palazzo Merlato infatti, citato in giudizio dalla cooperativa Mani unite (nata dall’unione di alcuni autocostruttori), ha chiesto in risposta 3 milioni di euro di risarcimento. Lo ha fatto tramite l’atto “comparsa di costituzione e di risposta con domanda di convenzionale”, depositato al tribunale civile di Ravenna. A rivelare la notizia è stata una video-denuncia del consigliere del Movimento 5 Stelle Pietro Vandini.
Nel documento, che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere, il Comune punta il dito contro il mancato completamento dei lavori da parte della cooperativa: “Mani unite, ottenuta la volturazione a suo nome dei titoli edilizi afferenti alla costruzione del complesso immobiliare di suo interesse, non ultimava quest’ultimo e lasciava scadere infruttuosamente il termine di validità degli stessi titoli infatti, entro il 16/7/2012, non provvedeva a concludere i lavori edilizi residuali necessari per rendere agibili gli alloggi, per cui essa, previa diffida, è stata dichiarata decaduta dalla concessione. Vani -prosegue l’atto- sono stati tutti i tentativi fatti dal Comune nel corso di innumerevoli riunioni per appianare i contrasti fra le odierne parti in causa, in particolare con Mani unite, proponendo anche soluzioni conciliative della vicenda”. Si cita a questo proposito anche l’offerta di finanziamento da parte della Regione Emilia Romagna: “Neppure la disponibilità di un significativo finanziamento pari a 280 mila euro da parte della Regione Emilia Romagna, che il Comune aveva chiesto e ottenuto e del quale avrebbe potuto beneficiare Mani unite, è bastato per indurre l’attuale cooperativa a riprendere i lavori nel proprio cantiere; quest’ultima infatti non raccolse l’invito scritto dal Comune a predisporre la documentazione necessaria richiesta dalla Regione per la concreta erogazione del finanziamento stesso“.
Il sindaco Fabrizio Matteucci ha più volte insistito perché fosse valutata positivamente la mano tesa da viale Aldo Moro. A suo avviso, grazie al finanziamento regionale, gli autocostruttori di Filetto avrebbero potuto “ultimare i lavori e quindi entrare e abitare nelle case pagando un affitto con diritto di riscatto o, in alternativa, pagando la somma richiesta ammortizzata in parte grazie al contributo della Regione”. Il consigliere 5 stelle Vandini ritiene che questa soluzione gravi economicamente sulle spalle degli autocostruttori e sottolinea che essi devono avere facoltà di accettare o meno la proposta avanzata dall’amministrazione ravennate. “Il Comune -afferma- firmò un protocollo di intesa con la Alisei ong nel quale ha scritto nero su bianco che si impegnava a sovraintendere, coordinare e vigilare in tutte le fasi la corretta attuazione del progetto di autocostruzione, oltre che a dare periodicamente informazione sull’andamento del progetto alla commissione consiliare di riferimento”. Vandini sottolinea che queste condizioni non sono state rispettate da parte dell’amministrazione e dunque accusa direttamente Matteucci, di cui chiede le dimissioni: “Il sindaco si scaglia contro persone che sono vittime come se avesse a che fare con dei nemici, degli incalliti truffatori, che tentano di creare un danno erariale al Comune”. Insomma la responsabilità per il grillino deriverebbe dal peccato d’origine del Comune che “rilasciò il 21/12/2005 un permesso a costruire alla Alisei srl., dal cui fallimento sono scaturiti tutti i problemi degli autocostruttori”.
Il Comune ha diffuso un comunicato stampa nel quale sottolinea che “gli autocostruttori di Filetto, a differenza di quelli di Savarna, hanno preferito la strada della causa contro il Comune” ragion per cui “il Comune si difende all’interno della dinamica del processo civile. Il Sindaco -si precisa- non ha firmato nessuna richiesta di danni di 3 milioni agli autocostruttori. Tale richiesta è stata avanzata dai legali del Comune nella memoria difensiva, in piena autonomia e come espressione di difesa degli interessi dell’amministrazione, nell’ambito della causa promossa dagli autocostruttori contro il Comune e non viceversa”.
Nell’atto depositato in tribunale dal pool di legali che assistono l’ente pubblico, sono elencate una dopo l’altra le responsabilità a carico della cooperativa: “Le inadempienze poste in essere dalla parte attrice rispetto agli obblighi convenzionali assunti, le inosservanze delle prescrizioni contenute nei titoli edilizi intestati alla medesima parte avversa a Mani unite, oltre alla sua condotta poco collaborativa, hanno generato danni al Comune, infatti, oltre alla perdita del finanziamento regionale, il Comune si è ritrovato per colpa di Mani unite con degli alloggi incompiuti e quindi inagibili e il cui completamento comporterà un significativo onere per le casse comunali, onere cha da una prima valutazione si stima non sarà inferiore a un 1 milione 185 mila euro”.
Intanto la settimana scorsa in consiglio comunale, nell’ambito della discussione sul rendiconto 2013, si è parlato dei quasi 800 mila euro di soldi pubblici che il Comune ha dovuto sborsare a banca Etica”, mentre si stima che almeno 1 milione 200 mila euro sarà la cifra necessaria per concludere gli appartamenti grezzi. Gli autocostruttori dal canto loro si sentono “Truffati e mazziati”. Così scrive sul suo profilo facebook Matteo Mattioli, uno dei muratori fai da te di Filetto. Per lui l’autocostruzione era un sogno che si è trasformato in un’amara beffa “a causa della giunta Pd che ha fatto naufragare il progetto sociale per mancanza di vigilanza e di competenza”.