Nessuna votazione. L’assemblea dei giornalisti di Sky non si è ancora espressa – il voto era atteso lunedì 12 maggio – sull’assunzione di 14 precari. O meglio, su come pagarli. Sul piatto c’è una proposta molto precisa: il prelievo forzoso dell’1,69 per cento dello stipendio lordo dei cronisti già assunti per costituire un apposito Fondo precari che in due anni raccoglierà 412mila euro. Due settimane fa era stato deciso dalla stessa assemblea dei redattori il voto palese sulla questione. Una scelta che aveva creato malumore all’interno della redazione e che oggi è stata ribaltata: si voterà a scrutinio segreto. Quando? “Domani sera”, dice a ilfattoquotidiano.it uno dei componenti del comitato di redazione (ovvero il cdr, rappresentanza sindacale interna alla redazione) Pina Esposito, mentre un altro dei membri, Gianluca Ales spiega che il voto si svolgerà “nei prossimi giorni”. Una decisione che è arrivata nel corso dell’assemblea a cui hanno partecipato il segretario della Federazione nazionale della Stampa (Fnsi, sindacato unitario) Franco Siddi, il segretario dell’ Associazione stampa romana (Asr) Paolo Butturini, e il presidente dell’Assostampa lombarda giornalisti (Alg) Giovanni Negri, invitati dal cdr che la sera precedente aveva espresso “tutta la sua perplessità per un atteggiamento quantomeno ondivago da parte della Fnsi, che con il comunicato del Dipartimento ha di fatto sconfessato l’ impostazione concordata con il segretario”.
Il 9 maggio infatti la Fnsi aveva inviato una lettera, firmata da Siddi, in cui invitava ad attendere prima di prendere una decisione. “Il sottosegretario all’Economia Luca Lotti – si legge nella lettera – ha evidenziato infatti la concreta fattibilità, entro l’inizio del prossimo mese di giugno, di un provvedimento attuativo della legge di stabilità con azioni dirette a sostegno delle stabilizzazioni e della nuova occupazione di giornalisti”. Tuttavia, evidenziava il segretario, “eventuali intese precedenti al decreto […] non rientrerebbero i benefici della legge”. Benefici che si concretizzano in “sgravi di costo per una nuova occupazione, stabilizzazione, riassunzione di disoccupati“. Ma il comunicato del Dipartimento a cui il Cdr faceva riferimento spiega che lo scenario delineato nella lettera di Siddi e legato agli “annunciati interventi del governo”, “supera tutte le ipotesi di intese aziendali che, come nel caos di Sky, prevedono il ricorso al taglio delle buste paga in favore di una nuova eventuale occupazione”. Non solo: boccia anche l’accordo che azienda e cdr (“L’azienda ha proposto questa via dopo 12 mesi di trattativa e lunedì vediamo se sarà votata”, ha detto domenica a ilfattoquotidiano.it un altro dei componenti del Cdr Carlo Imbimbo) sottopongono all’assemblea: il taglio dello stipendio proposto o l’intervento sul contratto nazionale, “al di fuori di comprovati stati di crisi aziendale”, non rientrano tra i “principi di riferimento dell’azione sindacale della Fnsi”. A meno che non ci sia “l’accordo esplicito e personale dei singoli colleghi che – in ogni caso – non sono in alcun modo impegnati da un’intesa raggiunta dal cdr con l’azienda, anche quando questa fosse approvata a maggioranza dell’assemblea dei giornalisti”.
Ricordiamo infatti che l’azienda gode di buona salute. “Il trimestre di Sky Italia – ha spiegato la società a chiusura del terzo trimestre dell’anno fiscale 2014, terminato il 30 marzo scorso – si è chiuso con risultati in linea con le previsioni di budget e una base abbonati sostanzialmente invariata a 4,75 milioni. Sono risultati attesi e in linea con la nostra strategia che, anche grazie al lavoro di ottimizzazione dei costi operativi, sta producendo effetti tutt’altro che scontati in una fase critica perdurante per l’economia italiana”. Infine la dichiarazione del Dipartimento ricorda che sono in essere “intese ancora oggi valide, e con piani di sviluppo occupazionale e stabilizzazioni che l’azienda non ha ancora ultimato”.
Siddi a ilfattoquotidiano.it conferma la posizione espressa nella sua lettera del 9 maggio. Favorevole invece alla proposta avanzata da azienda e cdr è Asr, che in un comunicato ha detto di “condividere” e sostenere “lo sforzo del Cdr di Skytg24 che da mesi sta faticosamente realizzando un accordo con l’ azienda per la stabilizzazione di 14 colleghe e colleghi, quasi il 10% della popolazione giornalistica della testata”. Inoltre chiede a Siddi “di sostenere l’ autonomia delle rappresentanze sindacali di base”. Alg, invece, ha manifestato una posizione più critica sull’accordo. Il presidente Giovanni Negri spiega: “I punti sono tre: l’Assostampa lombarda non è stata coinvolta nelle fasi della trattativa. Inoltre era singolare il voto palese su una vicenda così delicata e non è giusto che chi solleva obiezioni passi da lavoratore che se ne frega dei precari. Non bisogna avere paura di un’azienda. Infine, un’azienda florida non può mettere le mani in tasca ai lavoratori per assumerne altri. E’ qui che il cdr doveva essere più deciso: non può dire che opponendosi alla proposta avrebbe pregiudicato i rapporti con l’azienda”, prosegue Negri. “L’azienda non può arrivare con l’accordo e dire: ‘prendere o lasciare’. Non va bene, crea un precedente nei confronti del contratto nazionale. Non bisogna avere paura di un’azienda”. E, conclude, “sarebbe un segnale molto brutto per chi è più debole”.