Il team The Roosters, nato pochi mesi fa dall'unione di alcuni giocatori del Cus locale, avrà sulle maglie la scritta e il simbolo dell'associazione per i diritti degli omosessuali. Il presidente nazionale Romani: "I giocatori sono tutti etero, ma questo non vuol dire nulla. Sono orgogliosi di essere utili a una causa civile"
Lo sport più “macho” per antonomasia abbraccia la causa omosessuale. The Roosters, formazione di rugby a 7 nata pochi mesi fa da alcuni giocatori del Cus Ferrara, team che milita nella serie B italiana, avrà sulle maglie la scritta e il simbolo dell’Arcigay. L’associazione per il riconoscimento dei diritti gay pagherà muta, borse e tute, oltre all’iscrizione al prossimo torneo che si disputerà a Monaco di Baviera a fine settembre. L’esordio dei Roosters (in inglese ‘galletti da combattimento’) è previsto per sabato prossimo, a Ferrara, in concomitanza con la giornata contro l’omofobia. In quell’occasione i giocatori avranno un banchetto per la raccolta fondi.
L’idea, come anticipato da Repubblica.it, è partita da due componenti della squadra, da sempre attivi in favore delle tematiche Lgbt. Hanno chiesto un parere a un amico che frequenta la palestra del Cus, Salvo Finistrella. Questi, che fa parte del direttivo provinciale di Arcigay, li ha messi in contatto con la segreteria nazionale. A fine marzo si sono incontrati con il presidente nazionale Flavio Romani, anche lui ferrarese, che in un primo momento è sembrato incredulo, essendo la prima volta in assoluto che la sua associazione sponsorizza una squadra sportiva: “Siete sicuri – ha detto titubante – di andare in campo con la nostra maglia arcobaleno?”.
“Ma il mondo del rugby – spiega Romani riportando la loro risposta -, a differenza di altri, è molto aperto. Pensate che a livello internazionale la nazionale australiana, una delle più forti al mondo, sostiene da sempre campagne contro l’omofobia, diventando un esempio da imitare per giovani e sportivi che amano questo sport. E nel loro piccolo i giocatori dei Rooster ci fanno capire che le nostre tematiche vengono capite e difese anche da chi non è gay, lesbica o transgender”.
“A scanso di equivoci infatti tutti i giocatori sono etero”, sorride Romani, che già pensa a nuove forme di collaborazione per portare i rugbisti con la maglia arcobaleno in giro per l’Italia e l’Europa. Loro sono ‘gasatissimi’, e noi siamo orgogliosi di loro”. Lo conferma anche uno dei fondatori della squadra: “Per noi è un vanto essere utili a una causa civile”. A parlare è Alberto Fogagnolo, che invita quante più persone possibile al banchetto di sabato. Qui porteranno i prototipi delle possibili divise da indossare. “Li hanno progettati il designer di Arcigay e un nostro compagno di squadra. Sarà la gente presente alla giornata contro l’omofobia a scegliere quale vestiremo”.