Più di due anni fa nel mio post “Lavorare gratis? No, grazie indignamoci” incitavo i giovani, categoria alla quale non appartengo da vent’anni, a dire NO a ogni proposta di lavoro gratis. Seguirono milleottocento “mi piace”, duecentocinquanta retweet e addirittura diciotto condivisioni su google +, il social introspettivo per chi vuole scrivere qualcosa senza che nessuno lo legga mai. Un successo. Un vero e proprio trionfo penserete voi che credete ancora a questi numerini su internet. No, niente di tutto questo. Mi dispiace deludervi. Purtroppo, come spesso accade e come è sempre accaduto, i giovani non hanno ascoltato i consigli non richiesti di ‘sto blogger quasi cinquantenne e hanno continuato ad accettare lavori gratis. Risultato: statistiche drammatiche di disoccupazione giovanile, lamentele su facebook, indignazione su twitter, foto di disperazione su instagram e video su youtube #coglioneNo osannati da chi lavora gratis. Peggio di così non poteva andare. Notizia positiva, di fame non è morto nessuno e l’obesità è in aumento.
Ma perché i giovani si ostinano a lavorare gratis? Forse perché in famiglia c’è chi lavora retribuito e si sacrifica per permettere ai giovani di lavorare gratis più tempo possibile e realizzare prima o poi il sogno di ogni italiano, ossia, potersi permettere di pagare un mutuo ed estinguerlo in trent’anni? Può essere. Ricordiamoci ancora una volta che il lavoro gratis non è per tutti, ma solo per chi se lo può permettere, stesso discorso per i lavori da cento euro al mese per quindici ore di lavoro al giorno, sabato e domenica compresi. Va inoltre ricordato che i lavori gratis, a differenza di quelli retribuiti, sono molto più fighi: social media manager, web strategist, citizen blogger, facebook writer, Peppa Pig developer, copry water, SEO, MIO, MAO, Lalalalala etc. etc,. Molto più difficile trovare tornitori disposti a lavorare gratis, stesso discorso per badanti, benzinai, uomini e donne delle pulizie, masturbatori di maiali bio e minatori.
Lavori gratis uguale lavori belli, lavori retribuiti uguale, lavori bruttini? Può essere, ma i governi che si stanno susseguendo, le piccole e medie imprese l’uovo di colombo, la strategia del futuro per creare occupazione giovanile lo hanno finalmente trovato e stanno cominciando a parlarne senza troppi giri di parole con annunci scritti a caratteri cubitali: creeremo posti di lavoro gratis.
“Ma come? E’ già così” griderà inascoltato qualche giovane molto attento al paese reale e che, grazie al lavoro del padre, agli ottanta euro in più nella busta paga della madre, alla casa regalatagli dalla nonna (che è quella che ha il reddito più alto di tutti) e altri benefit riesce ancora a permettersi di lavorare gratis, incurante che tra qualche anno la nuova frontiera della “flessibilità motivata” sarà PAGARE PER LAVORARE GRATIS e, se non sarà abbastanza ricco, non troverà più lavoro. Spero che quando arriverà quel giorno a un eventuale colloquio dirà “No, grazie. Non sono disposto a pagare per lavorare gratis”, ma so già che mi deluderà.