Il processo sulla strage di Viareggio entra finalmente – a cinque anni dall’incidente – nel vivo: arrivano infatti a Lucca i due macchinisti che guidavano il treno carico di Gpl, che dopo essere deragliato, infiammò la stazione versiliana e le case adiacenti mietendo 32 vittime. I traumi psicologici di quella notte si sentono ancora oggi, spiega Roberto Fochesato, che da allora non ha più smesso di usare psicofarmaci. Presente al processo anche Riccardo Antonini, il ferroviere consulente dei parenti delle vittime della strage, che sottolinea uno dei tanti aspetti oscuri della vicenda: “Con la loro consulenza i due periti del gip pensavano di attenuare le responsabilità delle Ferrovie“, forse perché uno di loro era “a libro paga di Rfi”  di Max Brod

Articolo Precedente

Expo, Usb occupa regione Lombardia: “Basta tangenti”

next
Articolo Successivo

Colosseo, Marino: “Caso imbarazzante per l’Italia, ma gestisce il ministero non io”

next