Cinema

Festival di Cannes 2014, in “Più buio di mezzanotte” la Catania gay degli anni 80

L'esordiente Sebastiano Riso porta sulla Croisette la storia liberamente ispirata alla vicenda di Davide Cordova, in arte Fuxia. La sua adolescenza "diversa" tra famiglia e città

di Anna Maria Pasetti

Si ispira liberamente all’adolescenza di Davide Cordova – in arte Fuxia – il film Più buio di mezzanotte dell’esordiente Sebastiano Riso, in gara oggi a Cannes alla Semaine de la Critique, e sempre da oggi distribuito da Luce Cinecittà nelle sale italiane. Una pellicola tosta ma “nata sotto una buona stella” chiosa il giovane cineasta catanese, emozionato sulla Croisette tra il suo cast composto da Micaela Ramazzotti, Vincenzo Amato, Pippo Delbono e un gruppo di giovani attori non noti e soprattutto dal giovanissimo Davide Capone, selezionato tra 9mila candidati per il ruolo da protagonista.

Vi si racconta la vicenda del 14enne Davide, dalla voce magnifica, che si scopre “ragazza” nella Catania degli anni ’80 dove inizia a frequentare la vivace comunità di trans e gay della città, fuggendo da un padre violento (Amato) e da una madre amorevole ma ipovedente (Ramazzotti). A Cannes è presente anche lo stesso Cordova “Fuxia”, storico co-fondatore del locale romano Mucca Assassina: “Sono felice di questo film e sono molto fiduciosa e speranzosa che tanti genitori possano capire che a prescindere dalla diversità i figli vanno amati e coccolati, la loro vita va protetta perché è unica. A ciascuno serve amore per aver la forza di continuare a vivere”. Parole indubbiamente incisive che danno la misura degli anni della sua sofferenza, trascorsi a fuggire dalle forzate punture di ormoni da parte del padre che non lo accettava per quello che era.

Con le sue ombre notturne, i sorrisi malinconici e l’ironia di chi ha già patito abbastanza per essere triste, il film Più buio di mezzanotte parla di allora ma anche dei paradossi odierni, quando la condizione di “diversità” nei gusti sessuali trova ancora difficoltà ad essere accettata, specie in Italia “dove – aggiunge Pippo Delbono – ci sono persone discriminate e che arrivano ad uccidersi dal dolore. Per questo la vita privata spesso ha necessità di diventare pubblica, cioè politica. E parlo soprattutto ai miei colleghi artisti e attori che si nascondono o a istituzioni che non appoggiano eventi culturali gay-lesbici come il recente Gay Lesbian Film Festival di Torino che la Regione Piemonte non ha patrocinato”.

Catania è protagonista del film di Riso, almeno quanto Davide e la sua musica: “E’ una magnifica città cinematografica – aggiunge Riso – che contiene diverse bolle al suo interno, quasi bambole russe che trovano espressione di notte: ad esempio il quartiere di Via delle Finanze è stato il primo quartiere a luci rosse d’Europa; oggi è stato bonificato, cioè murato, ma noi siamo riusciti a mostrarlo in qualche modo. La comunità trans e gay catanese si è mostrata attiva, molto presente”. 

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