Levata di scudi contro la buonuscita di 5,45 milioni di euro dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa. “L’ennesima vergogna, uno schiaffo in faccia a milioni di giovani a 700 euro al mese”, hanno commentato Adusbef e Federconsumatori che criticano la liquidazione accordata a Pansa e che sarebbe “pari alle retribuzioni annue di 1.000 precari”. Secondo le associazioni il trattamento “non si concilia, nè con il recente tetto agli stipendi dei manager, tantomeno con l’andamento del valore delle azioni del titolo in Borsa. Finmeccanica infatti, travolta 15 mesi fa da scandali e tangenti che portarono all’incriminazione di Giuseppe Orsi, quotava circa 10 euro ad azione nel 2011, quotazioni scese a 7 euro nel maggio 2013, calate ancora a 5,70 euro ai valori odierni”, aggiungono Adusbef e Federconsumatori.
Tanto più che Pansa aveva espressamente rinunciato “all’applicabilità di qualsiasi trattamento di fine mandato in caso di cessazione dalla carica”. Eppure il cda di Finmeccanica ha accordato all’amministratore delegato uscente “un’indennità compensativa e risarcitoria” pari appunto a 5,45 milioni di euro. Lo ha comunicato in una nota lo stesso gruppo della difesa. L’indennità si aggiunge alle competenze di fine rapporto e ai diritti maturati da Pansa in relazione al piano di incentivazione. La buonuscita del manager, che nel 2013 ha incassato retribuzioni per 1,58 milioni di euro, “è stata determinata in linea con le disposizioni di legge e di contratto applicabili” e “in conformità” con la “politica di remunerazione” di Finmeccanica, si legge nella nota. All’indennità si aggiungono 80mila euro a fronte di alcune “rinunce specifiche” concesse da Pansa nell’ambito della risoluzione del rapporto. Per l’ex amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica “non è previsto alcun vincolo di non concorrenza“.