Mentre Poste si prepara allo sbarco in Borsa, i lavoratori delle meccanizzazioni postali (i centri che smistano la corrispondenza) scendono sul piede di guerra. Gli ex dipendenti Stac e Logos, due società in passato subappaltatrici di Selex Es (Finmeccanica) cui Poste affida da sempre questi servizi, “si avvarranno della possibilità di fare causa alle imprese Poste, Selex Es e Ph Facility “per estromissione dal posto di lavoro”. Gli ex dipendenti di Stac e Logos, spiega una nota della Fiom, si rifiutano infatti di accettare le condizioni sulle assunzioni imposte dalla Ph Facility che, insieme a Selex Es, è vincitrice dell’ultimo appalto (90 milioni) delle Poste sulle meccanizzazioni postali. Con il risultato finale che lo scontro fra lavoratori ed aziende sta peggiorando il servizio di consegna della corrispondenza della società guidata da Francesco Caio.
La situazione è molto tesa, come testimonia il fatto che il braccio di ferro fra imprese e lavoratori va avanti ormai da inizio anno. Dopo una lunga trattativa Ph Facility, società ligure controllata da Anna Giuntini e Germano Chioccioli, ha deciso di non dare seguito all’accordo siglato lo scorso 6 febbraio al ministero dello Sviluppo economico da Fim-Cisl, Fiom, Selex, Stac e Logos. L’intesa prevedeva l’impegno di Ph facility a riassorbire 185 lavoratori ex Stac e Logos con contratto metalmeccanico, oltre all’utilizzo della cassa integrazione straordinaria e della mobilità incentivata. Ma la Ph Facility, società da 23 milioni di ricavi e 2,6 milioni di utili nel 2012, non ha rispettato i patti. E di recente si è ripresentata davanti al sindacato con una proposta unilaterale peggiorativa rispetto a quella prevista nell’intesa quadro di febbraio.
«E’ incredibile e grave il mancato intervento di Finmeccanica e di Selex Es, che ha sottoscritto l’accordo con le proposte avanzate dal ministero ma è immobile davanti all’arroganza dei dirigenti della sua partner nell’appalto», conclude Candido Omiciuolo, coordinatore Fiom-Cgil per le aziende delle meccanizzazioni postali, chiedendo l’intervento del ministro dello Sviluppo economico e dei vertici di Finmeccanica in una vertenza che sta danneggiando i cittadini incrementando i problemi di gestione delle spedizioni postali in tutto il Paese. Senza peraltro che Poste Italiane chieda conto alle due aziende vincitrici dell’appalto, Selex Es (75%) e Ph Facility (25%), della qualità del servizio.