C’è una non-notizia che non ha ricevuto sufficiente attenzione da parte degli organi di disinformazione, così attenti a parlare di ciò che appunto notizia non è. Sergio Chiamparino insieme ad Esposito e Virano (una sorta di santissima trinità) si è recato a controllare l’avanzamento dei lavori al cantiere di Chiomonte. Il cantiere di Chiomonte è diventato una specie di santuario: riceve un sacco di visite come se vi fosse apparsa la Madonna. Molto più prosaicamente vi è invece una materialissima “talpa” che avanza molto lentamente nella montagna per un semplice tunnel geognostico.
La non notizia è che nessun No Tav si è dato la pena di andare a contestare Chiamparino e soci. Io intravedo due ragioni essenziali perché ciò sia avvenuto. La prima è che, mi spiace per lui, Chiamparino rappresenta il vecchio. Un partito senza anima, che per sostenere il candidato alle regionali, ha inventato uno slogan “come in Italia il PD dà il meglio”, che accompagna una foto in cui il Chiampa si fa fotografare mentre stringe la mano allo scout. In Piemonte si sa cosa è questo “meglio”. Chiamparino non è solo favorevole alla Tav, ma anche all’acqua privata, così come è stato presidente della Fondazione San Paolo, quasi a rimarcare il legame neanche tanto sottile tra il suo partito e il grande capitale.
Ma forse c’è un’altra ragione per cui nessuno si è dato la pena di andare a contestare la santissima trinità. Ed è che qui in valle si è sempre più convinti che la Tav probabilmente non si farà mai. Gli organi di disinformazione non hanno dato notizia che nel marzo 2013, la Commissione Europea ha revocato una parte del contributo assegnato al progetto Torino-Lione: dai 671,8 milioni di euro inizialmente concessi a 395,3 milioni di euro (una riduzione del 41%). Il pesante ridimensionamento riguarda tutto il programma, il cui importo complessivo passa da 2,09 miliardi di euro a soli 891 milioni di euro (una riduzione del 57%).
Ma neppure del fatto che nella Relazione annuale 2013 del Coordinatore del Progetto Prioritario n. 6 Torino-Lione L. J. Brinkhorst si rinvenga questa affermazione dei decisori politici e tecnici che compongono la PCTL – Piattaforma del Corridoio Torino-Lione: “I partecipanti hanno riconosciuto la necessità di riattivare la linea esistente e renderla il principale asse ferroviario per il trasporto di merci tra la Francia e l’Italia, convenendo sull’infattibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto in seguito ai lavori di ampliamento nel traforo ferroviario del Fréjus/Moncenisio.”
Del resto la Tav non avrebbero forse dovuto farla solo quando fosse stata satura la vecchia linea?
Il re così è sempre più nudo, la Tav è sempre più e sempre più solo una occasione di lavoro (dequalificato) e non già una necessaria opera pubblica. “Un luogo civile, che dà lavoro e apre prospettive di sviluppo per la Valle”, testuali parole di Chiamparino in visita al santuario.
Già oggi è giusto essere scettici, anzi ottimisti. Domani, con la composizione del nuovo parlamento europeo, con voci finalmente distanti dalle lobbies economiche legate alle grandi opere, ancora di più.
Mentre termino di scrivere, leggo la bella notizia che la Corte di Cassazione ha rimandato gli atti al Tribunale della Libertà in merito ai quattro attivisti accusati di terrorismo. L’accusa dovrà essere riformulata. Anche questa è una buona notizia!