E’ ancora recente l’eco delle polemiche suscitate dalla proposta di lettura da parte degli insegnanti del libro della Mazzucco, Sei come sei, in un ginnasio romano. Il libro, è ormai trama nota, narra la storia di una famiglia omogenitoriale con una figlia che, dopo la morte del padre biologico, fugge per un viaggio che potremmo definire catartico dopo una perdita così dolorosa. Il tema affrontato è vecchio come il mondo, ma il contesto nel quale si svolge la vicenda, quella di una famiglia con due genitori, maschi, dello stesso sesso, ha sconvolto la mente e gli animi di alcune persone, che hanno organizzato la protesta presentando un esposto contro gli insegnanti. La denuncia fa riferimento al brano del testo dove viene descritto un rapporto orale, definito come pornografico e inneggiante alla omosessualità. Gli striscioni di protesta fuori la scuola riportavano la nota contrapposizione tra maschio selvatico e checca isterica, che spesso ritroviamo nelle scritte sui muri delle città e, oggi sempre di più, sul muro virtuale di Facebook. Difficile non pensare ad atti di omofobia in questi casi, una forma di disprezzo e repulsione, intrisa di pregiudizi e a volte di paure a confrontarsi con il presunto diverso da sé. Altrettanto difficile non pensare al timore e alla paura che muove un simile atteggiamento di aggressione e di censura.
L’omofobia può portare ad atti di bullismo e di violenza nei confronti delle persone LGBT, acronimo che sta ad indicare la popolazione lesbica, gay bisessuale, transessuale, alimentando un sentimento di odio e di rifiuto nei confronti delle persone che esprimono la loro omosessualità, o comunque una identità non eterosessuale. La Europe Annual Review della ILGA riporta i dati rilevati dalla Agenzia Europea per i diritti fondamentali (EU Agency for Fundamental Right) nella prima ricerca europea sulla esperienza di discriminazione nella popolazione LGBT e i risultati su 13,255 partecipanti italiani alla ricerca, hanno evidenziato che il 54% delle persone si sente discriminato o perseguitato a causa del proprio orientamento sessuale, il 20% sul lavoro, il 34% al momento dell’acquisto di beni e nell’accesso ai servizi sociosanitari. I numeri presi per sé sono importanti e cosa ancora più inquietante è che la fotografia europea non differisce moltissimo da quella italiana. Tutto questo conferma l’allarme che da tempo le associazioni LGBT stanno mettendo in evidenza nei confronti della violenza più o meno sottile subita, in particolare dai più giovani. Oggi, 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia dedicata alle iniziative atte a sensibilizzare e contrastare ogni tipo di violenza e discriminazione nei confronti di chi esprime un orientamento sessuale e una identità non in linea con l’eterosessualità e l’identità più diffusa. La Giornata consente di mettere in evidenza per 24 ore l’importanza di un tema sociale e personale che coinvolge tutti noi.