Prendere il treno e viaggiare sui binari in Inghilterra, è realmente tutt’altra cosa, si tratta di un’esperienza che se vi capiterà, turisti e non che verrete in questo paese, dovete provare. E non si parla soltanto di trasporti regolarmente efficienti, carrozze mai affollate ma con la giusta distribuzione di passeggeri, ritardi che non esistono e se ci sono (rari) regolarmente registrati anche sui siti delle compagnie che gestiscono i trasporti inglesi. Perché c’è una enorme differenza tra l’Italia e questo paese, qui le compagnie proprietarie dei mezzi di trasporti su binari sono private. Private ma funzionanti. Da quando vivo Oltremanica ho deciso di spendere la maggior parte del mio tempo di viaggio, spostandomi in treno, preferendolo all’auto, nonostante qui le autostrade non si paghino e non ci siano nemmeno i camion (forse che le merci viaggiano in un altro modo?). Stazione di Chester, contea del Chesire, deliziosa e celebre town di 120 mila abitanti. Da fuori è un edificio storico, dentro quasi un centro commerciale costituito da numerosi negozi e coffee bar, c’è persino un punto informazioni qualora qualcuno ne avesse bisogno. Superato lo spazio commerciale, l’accesso all’interno è consentito soltanto ai viaggiatori. Parenti, amici e qualsiasi altra persona che non deve salire su un treno, non può oltrepassare le macchinette obliteratrici. Veloce confronto con la stazione di Milano Centrale, 1 milione e mezzo di abitanti, capoluogo lombardo, accesso libero a chiunque e a qualsiasi ora della giornata, nessun controllo, nessuna sbarra, misure di sicurezza praticamente inesistenti. Per non parlare invece delle stazioni delle medie città italiane o peggio ancora dei paesi, le quali per la maggior parte è quasi volontaria la scelta di abbandonarle all’incuria e al conseguente degrado generale. E pensare che anche a Chirck, minuscola stazione di un piccolo villaggio del Galles sul confine con lo Shropshire, lo scalo ferroviario è in ottime condizioni e ben controllato.
Una volta saliti a bordo del vostro treno vi renderete conto di quanto sia comodo e convenga viaggiare su rotaie. Mezzo dotato di sedili comodi, puliti e ben distanziati, controllore a bordo su qualsiasi mezzo, nonostante sia materialmente impossibile accedervi senza biglietto anche perché alle macchinette obliteratrici vi è una persona che controlla regolarmente le persone che vi transitano. Addirittura oltre che alla voce registrata che illustra il percorso del viaggio è presente un monitor (anche sui “piccoli treni”) che illustra l’intero percorso. I treni sono controllati di giorno con le telecamere e persino la notte e se provate a raccontare la storia che in Italia essi spesso e volentieri diventano rifugi per senzatetto oppure meta di vandali che si improvvisano pittori per esprimere la loro arte, qui vi risponderanno che non funziona assolutamente così. La presenza della polizia è comunque costante e la sicurezza ben garantita. Vivere in Inghilterra è un po’ come partecipare al Grande Fratello, dove tuttavia come premio c’è un’ottima sorveglianza in qualsiasi momento della giornata. L’altro giorno ad esempio, ho scoperto che sopra al supermercato dentro al quale mi reco regolarmente per fare gli acquisti della settimana, ci sono due telecamere, ma c’è ne è una anche dall’altra parte della strada e persino un’altra ancora davanti al sottopasso dove cammino tutti i giorni per andare al lavoro. Ci sono persone che invece l’idea di essere osservati mentre camminano in strada o si recano in un centro commerciale non la tollererebbero nemmeno di striscio, anzi ne sarebbero infastidite, queste sono le stesse persone che magari trascorrono più della metà delle loro giornate a rendere pubblica la loro vita dentro ai social network, senza comprendere per bene la differenza tra sicurezza e privacy. Io, italiano ora residente in Inghilterra che per necessità lavorative è pendolare tutti i giorni, non vorrei trovarmi nella situazione di pensare al contrario, ovvero ad un inglese in Italia, che usufruisce per le mie stesse condizioni di un treno italiano. Ogni suo commento che sfoci in critica sarebbe più che giustificato.
Federico Gervasoni- Giornalista freelance, vive dallo scorso inverno a Shrewsbury. Tra le altre cose scrive anche per il quotidiano online “Il Fatto Bresciano”. Grande appassionato di calcio inglese.