Era il 1992, e Nintendo per la prima volta metteva alla guida dei piccoli ma veloci bolidi la sua baffuta mascotte, Mario, in compagnia del fratello Luigi, della principessa Peach e di tutta la sua combriccola. Fu un successo, perché più di vent’anni fa simili operazioni erano ancora rare, anzi Super Mario Kart fu la prima, e perché il gioco, soprattutto nella sua componente multigiocatore, mostrava una qualità indiscutibile. Proprio il divertimento fianco a fianco, con uno o più amici, è sempre stato uno dei maggiori pregi della serie, che ad ogni nuovo episodio si è arricchita di personaggi, circuiti, tipologie di mezzo. Lasciando (quasi) inalterata la sostanza del gioco, quell’approccio alla guida tutto divertimento e niente simulazione, con gare decise non solo dall’abilità, ma anche dai vari oggetti a disposizione, nonché da un pizzico di sempre necessaria fortuna.
Mario Kart 8 non stravolge niente rispetto all’impianto tradizionale della serie, ma opera un fine lavoro di cesello che ne fa, probabilmente, il migliore della serie, andando ad aggiustare piccoli aspetti di giocabilità, che però nell’economia complessiva del titolo diventano rilevanti. L’impressione è quella che gli oggetti siano meno potenti (ma sempre efficaci, se utilizzati nel modo giusto), i miniturbo, resi possibili dall’uscire in derapata da una curva, meno sostanziosi, il modello di guida, in generale, più misurato, l’intelligenza artificiale meno sleale. Tutti questi accorgimenti possono passare in secondo piano rispetto alla scenografica novità dell’ottavo capitolo della serie, quel ricorso ad un verticalismo antigravitazionale che fa viaggiare i kart in senso perpendicolare al terreno e persino a testa in giù, lasciando che i circuiti si avvitino in soluzioni coraggiose, d’impatto, coreografiche senz’altro, ma poco influenti sul gameplay. E forse è meglio così, non stare a cercare la novità ad ogni costo, rischiando magari di danneggiare una struttura che ha sempre funzionato bene.
Tutte queste osservazioni potrebbero interessare l’appassionato, ma chi non ha familiarità col gioco cosa può aspettarsi da Mario Kart 8? Divertimento totale e coinvolgente, senza fronzoli, accessibile, reso possibile da circuiti realizzati in maniera eccezionale, sia dal punto di vista del disegno, sia da quello tecnico. Nintendo ha evidentemente spremuto Wii U nelle sue capacità tecniche, ed il risultato ha del clamoroso, con il gioco che viaggia sempre sui 60 fotogrammi al secondo, sfoggiando una grafica di prim’ordine, nella modellazione poligonale così come nel disegno delle texture e nell’implementazione degli effetti.
Mario Kart 8 non è esente da difetti, vista una selezione che lascia fuori personaggi apprezzati (Diddy Kong? Bowser Jr.? Re Boo?) in favore dei meno carismatici figli di Bowser (l’antagonista storico dell’idraulico italiano), ed una selezione buona, ma non entusiasmante, dei circuiti presi dai precedenti episodi.
Wii U non è in una situazione facile, le vendite languono e si rincorrono voci di un possibile prepensionamento della console da parte di Nintendo. Mario Kart 8, oltre a portare sulle spalle il peso del suo blasone, dovrà anche segnare una ripartenza per l’azienda di Kyoto, stretta come non mai fra le richieste degli azionisti e un mercato dominato da Sony e Microsoft. Satoru Iwata, presidente di Nintendo, ha puntato il suo futuro personale sul successo di Mario Kart e, nei prossimi giorni, scopriremo se avrà avuto ragione o se, in previsione dell’ormai imminente Electronic Entertainment Expo di Los Angeles, dovrà cambiare piani in corsa.
Mario Kart 8 uscirà il 30 maggio in esclusiva su Wii U.
Articolo a cura di Fabio Canonico