Il presidente del Senato a Palermo: "Tangentopoli non ha mai eliminato del tutto la corruzione". E chiede di "incentivare intercettazioni telefoniche e collaboratori di giustizia". E la trattativa Stato-Mafia? "Pezzi dello Stato l'hanno ammessa"
“Tangentopoli ha certamente prodotto dei cambiamenti nelle strutture della politica, ma non ha mai eliminato del tutto questo fenomeno”. Sull’onda dell’inchiesta Expo, Piero Grasso torna a parlare di corruzione, “uno dei mali maggiori del nostro secolo”. Intervenuto per la Giornata della Memoria e dell’impegno contro le mafie a palazzo dei Normanni a Palermo, il presidente del Senato ha ricordato di aver presentato a palazzo Madama un “ddl che colpisse anche i reati satellitari della corruzione. Fare emergere la corruzione non è facile. Bisogna incentivare quegli strumenti che abbiamo utilizzato con successo contro la criminalità organizzata, come le intercettazioni telefoniche, o i collaboratori di giustizia”.
Quanto a Expo, “avevamo cercato di creare dei filtri per evitare che le imprese mafiose potessero accedere agli appalti”, ha spiegato. “Si è bloccata la criminalità organizzata, ma i soliti faccendieri e comitati d’affari si sono spartiti gli appalti”. E proprio contro i comitati d’affari bisogna agire: “Non bastano le indagini, ma serve un’attività preventiva che possa dare trasparenza per contrastare efficacemente la corruzione”.
Il presidente del Senato – già Procuratone nazionale antimafia e giudice al maxiprocesso di Palermo – ha affrontato anche il tema della trattativa Stato-mafia: “La parola trattativa esiste già negli atti processuali. Dopo le stragi alcune parti dello Stato hanno ammesso di aver cercato di far cessare gli eccidi”. Il presidente ha risposto ad alcune domande rivolte da una delegazione dei 120 studenti presenti in sala. “Dalla parte dei mafiosi era un meccanismo di ricatto per ottenere dei benefici per l’organizzazione mafiosa, come l’eliminazione del carcere duro per i boss, l’eliminazione dell’ergastolo, tutte richieste oggetto del cosiddetto papello. Questo tentativo c’è stato ma bisogna vedere quanto, alcune parti dello Stato, oltre quelle istituzionali, abbiano contribuito al punto da fare queste concessioni”. Ma con la mafia, ha concluso, “non si può trattare. Sarà il processo che è in corso a chiarire meglio questi dati”.
Sempre a proposito delle indagini antimafia, Grasso entra nella polemica sulla rotazione dei pm delle Direzioni distrettuali, oggetto di una recente circolare del Csm. “Il Csm ha posto delle regole che non sono di ora, le ho dovute applicare anch’io. Ma non bisogna mai interrompere la continuità delle indagini investigative”.