Terzo scudetto consecutivo per la squadra di Conte: " Questo è il titolo di Rubinho, il nostro terzo portiere". Vota il sondaggio: "Quale squadra può sfidare i campioni d'Italia l'anno prossimo?"
LA GIORNATA
Finisce un campionato mediocre, figlio di un momento pessimo per il Paese e il suo movimento calcistico. Aspettando il Mondiale, complimenti alla Juventus, che il suo terzo scudetto consecutivo a 102 punti l’ha vinto con pieno merito: frantumando un record dopo l’altro. Come ha detto Conte (resta o non resta, il tormentone delle prossime settimane) nel dopopartita: “Questo è il titolo di Rubinho, il nostro terzo portiere”. La bravura dell’allenatore infatti è stata quella di coinvolgere il gruppo per avere sempre tutti pronti nei momenti di necessità: al di là dei gol di Tevez, della sicurezza di Pirlo e della difesa azzurra, dell’esplosione di Pogba, sono stati infatti i vari Isla, Asamoah, Caceres e Lichtsteiner la forza in più di una squadra che storicamente fonda le sue vittorie e i suoi cicli sui gregari. Complimenti anche a Roma, Napoli, Fiorentina, Torino, Parma e Verona per l’ottima stagione, ognuno secondo le proprie possibilità. E se anche Atalanta e Sampdoria, perlomeno da quando è arrivato Mihajlovic, hanno fatto bene, il campionato è stato certamente brutto per Inter, Lazio, Genoa e Udinese. Bruttissimo per Milan e Bologna, entrambe segnate da profonde fratture societarie che si sono ripercosse sul campo.
Difficile invece esprimere giudizi su altre squadre che alla fine sono retrocesse o si sono salvate per poco, il campionato italiano nelle ultime cinque/sei giornate regala una concatenazione di risultati eccezionali che influiscono troppo rispetto a quello che è stato lo svolgimento della stagione. Un campionato non bello, finito a gennaio con il 3-0 della Juve sulla Roma, che ha però avuto un finale palpitante, con una suspance degna di un film di Hitchcock, per quello che era l’ultimo traguardo in ballo: un posto in Europa League. Dopo il primo tempo passa a sorpresa in testa il Milan che sta passeggiando contro il Sassuolo, mancherebbe un gol, ma è nell’aria. Il Toro infatti non riesce a passare contro una compiacente Fiorentina, e il Parma è bloccato in casa da un Livorno che non ha nulla da chiedere. Nella ripresa si ribaltano le posizioni: a Firenze è un sussulto di gol ed emozioni e a Parma una doppietta di Amauri elimina definitivamente il Milan. In pieno recupero Cerci si presenta sul dischetto: un rigore che può valere l’Europa. Ma il Robben di Valmontone, agli sgoccioli di una stagione strepitosa, s’inceppa sul più bello incrociandola tra le braccia di Rosati, e il Parma di Cassano è in Europa.
Le immagini che restano di questa stagione sono diverse, in banco e nero, come i record juventini. Il giovane Immobile capocannoniere nell’anno del Mondiale, di poco davanti al vecchio Toni. L’ennesima occasione mancata per rinnovare poltrone su cui siedono eternamente le stesse persone. Due tecnici stranieri come Garcia e Benitez che portano bel gioco a tratti, e un bagaglio di esperienze che certamente aiutano il nostro pallone. La brutta figura di un calcio italiano pesantemente impoverito nelle coppe europee dove anche il Portogallo ci supera nel coefficiente Uefa. La fine di due lunghi cicli milanesi: l’arrivo all’Inter di Thohir al posto di Moratti con il saluto dei quattro dell’ave maria argentina Zanetti, Cambiasso, Samuel e Milito; e l’arrivo al Milan di Barbara che porta scompiglio in società e in panchina. I molti gol fatti, oltre mille come non accadeva da lungo tempo. La scoperta, il ritorno o la definitiva esplosione di giocatori che segneranno a lungo le domeniche italiane. L’incolmabile distanza oramai certificata tra curve e resto dello stadio, con il sistema che reprime a casaccio e le pistole che per la prima volta nella storia si mettono a sparare vicino agli stadi. Tutto questo forma lo yin e lo yang di un gioco che resta il più bello del mondo, pur sublimando in sé come niente altro le contraddizioni che attraversano il presente.
IL PERSONAGGIO
Rudi Garcia, su tutti, esclusa la Juventus. Il tecnico francese arrivato a Roma come una scommessa è riuscito a imporsi su uno spogliatoio dilaniato da spifferi e blocchi contrapposti e ha fatto remare i suoi giocatori tutti dalla stessa parte. Ha costruito una squadra bella e vincente, ben al di là delle primo filotto di dieci vittorie consecutive, capace di giocare un 4-3-3 fluido e arioso di stampo europeo. Molto continentale è stato anche il gioco del Napoli di Benitez, come si è visto dall’ottima e sfortunata prestazione in Champions, ma in campionato pur andando bene contro le grandi ha perso troppi punti contro le piccole. Altra menzione doverosa per l’eccellente Montella, che a Firenze si è reinventato una versione italiana del tiki-taka che ha palleggiato molto in alto e si è arresa solo ai troppi infortuni prima ancora che a nette carenze di organico. Ottimo il campionato di Donadoni, rimasto per la prima volta più di due anni nella stessa squadra e capace di costruire un gruppo a sua immagine che ha raggiunto l’Europa League. Menzione speciali anche per Ventura – che ha saputo esaltare al meglio i gemelli del gol Cerci e Immobile – e per Mandorlini, Mihajlovic e Seedorf. Siamo pur sempre il paese che a Diego Simeone faceva allenare il Catania.
LA SPIGOLATURA
Molti i record superati dalla Juve, anche se i 102 punti sono record italiano e non europeo, come hanno erroneamente riportato in molti, dato che nella stagione 2001-02 il Celtic Glasgow ha vinto il campionato con 103. E proprio a un campionato scozzese, con un divario enorme tra le prime e le ultime, rischia di assomigliare sempre più questa Serie A. Hai voglia a indicare in Genny ‘a Carogna il male del calcio italiano, se poi c’è una vera e propria lobby di potere che lo governa, malissimo, attraverso la compravendita dei diritti televisivi. Colpa delle società, incapaci di implementare strategie che portino ad aumentare gli incassi da marketing, merchandising e match day, e sdraiate sui diritti tv, che in Italia coprono il 60-70% del fatturato e altrove il 30%. Inutile altrimenti chiedersi come mai quei club che esaltiamo in Italia falliscono in Europa, e dopo Spagna e Germania anche il Portogallo ci abbia sorpassato nel coefficiente Uefa. E alla Francia manchi poco.
Inutile non capire che se ogni presunta stella del campionato italiano una volta all’estero fallisce, è perché la qualità di questa serie A è bassa, molto bassa. Se i diritti tv continuano a dominare le strategie politiche a livello di Lega e Federcalcio – governate sempre dagli stessi personaggi – e sono poi distribuiti con sperequazioni inimmaginabili negli altri campionati, questo è un freno enorme al sistema, che va modificato al più presto. E così dobbiamo accontentarci di un calcio giocato che soffre di questi problemi strutturali, di squadre che appena salite dalla serie B non hanno gli strumenti per attrezzarsi per il massimo campionato e di altre che retrocedendo rischiano di scomparire. Di squadre con rose improbabili dal oltre 50 giocatori, in un mercato impazzito che serve ad arraffare guadagni mentre la nave affonda piuttosto che disegnare strategie. Bisognerebbe almeno ridistribuire equamente le risorse, calmierare gli stipendi, investire sui vivai. La rinascita del calcio italiano non passa da un daspo a Genny ‘a Carogna.
RISULTATI
Udinese-Sampdoria 3-3 (Okaka (S) al 10′ pt, Di Natale (U) al 26′ pt, 32′ pt e al 43′ st, Eder (S) al 8′ st e Soriano (S) al 10 st)
Genoa-Roma 1-0 (Fetfatzidis al 38′ st)
Juventus-Cagliari 3-0 (autogol di Silvestri al 8’ pt, Llorente al 15’ pt, Marchisio al 40’ pt)
Catania-Atalanta 2-1 (Lodi (C) al 20′ pt, Koné (A) al 35′ st e Bergessio (C) su rigore al 46′ st)
Chievo-Inter 2-1 (Andreolli (I) al 41′ st, Obinna (C) al 28′ e al 45′ st)
Fiorentina-Torino 2-2 (Rossi (F) su rigore al 12′ st, Larrondo (T) al 22′ st, Rebic (F) al 35′ st, Kurtic (T) 39′ st)
Lazio-Bologna 1-0 (Biglia su rigore al 49′ st)
Milan-Sassuolo 2-1 (Muntari (M) al 2’ pt, De Jong (M) al 26’ p.t.; Zaza (S) su rigore al 45’ s.t.)
Napoli-Verona (Callejon (N) al 5′ pt, Zapata (N) al 13′ e al 25′ pt, Mertens (N) al 17′ e al 32′ st, Iturbe (V) al 22′ st)
Parma-Livorno 2-0 (Amauri al 17′ s.t. e al 35′ s.t.)
CLASSIFICA
Juventus 102 (Champions League)
Roma 85 (Champions League)
Napoli 78 (Champions League)
Fiorentina 65 (Europa League)
Inter 60 (Europa League)
Parma 58 (Europa League)
Torino 57
Milan 57
Lazio 56
Verona 54
Atalanta 50
Sampdoria 45
Udinese 44
Genoa 44
Cagliari 39
Chievo 36
Sassuolo 34
Catania 32 (Serie B)
Bologna 29 (Serie B)
Livorno 25 (Serie B)
MARCATORI
22 gol: Immobile (Torino)
20 gol: Toni (Verona)
19 gol: Tevez (Juventus)
17 gol: Higuain (Napoli), Palacio (Inter)
16 gol: Berardi (Sassuolo), Di Natale (Udinese), Llorente (Juventus), Rossi (Fiorentina)
15 gol: Callejon (Napoli), Gilardino (Genoa), Paulinho (Livorno)
14 gol: Balotelli (Milan),
13 gol: Cerci (Torino), Denis (Atalanta), Destro (Roma), Paloschi (Chievo)