Inizia a dare frutti l'attività della Santa Sede contro i crimini finanziari: boom di avvisi di transazioni sospette registrate lo scorso anno dall’Autorità di informazione finanziaria (Aif), istituita da Benedetto XVI alla fine del 2010
La lotta al riciclaggio di denaro di Papa Francesco inizia a dare i primi frutti. Sono 202 infatti le segnalazioni di transazioni sospette registrate nel 2013 dall’Autorità di informazione finanziaria (Aif), istituita da Benedetto XVI alla fine del 2010, contro le 6 registrate nel 2012. E’ quanto emerge dal secondo rapporto dell’Aif pubblicato dal Vaticano. “Questa crescita – si legge nel comunicato ufficiale – riflette sia lo sviluppo della strumentazione legale, sia un miglioramento sostanziale nella performance operativa delle entità soggette alla supervisione dell’Aif in vista della prevenzione del crimine finanziario”.
Cinque le segnalazioni che sono state inoltrate al promotore di giustizia vaticano per l’ulteriore investigazione da parte delle autorità giudiziarie. Anche il numero delle richieste di informazioni presentate nel 2013 dall’Autorità di informazione finanziaria ad autorità estere competenti è cresciuto rispetto al 2012: da 1 a 28. La stessa cosa è avvenuta anche per il numero delle richieste ricevute dall’Aif da autorità estere, che è salito dalle 3 del 2012 alle 53 del 2013. “Questo incremento – ha affermato il direttore dell’Autorità di informazione finanziaria René Brülhart – è dovuto anche alla cooperazione internazionale promossa dalla serie di accordi bilaterali conclusi”. Nel 2013, infatti, l’Aif è diventata membro dell’Egmont Group, la rete globale delle Unità di informazione finanziaria, e ha firmato diversi accordi bilaterali per istituzionalizzare la mutua collaborazione nel campo della lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Protocolli d’intesa (Memorandum of understanding) sono stati firmati con Germania, Italia, Olanda, Slovenia e Stati Uniti. Nel primo trimestre del 2014 l’Aif ha condotto la prima ispezione ordinaria dello Ior, che Papa Francesco ha deciso di non chiudere, “per verificare – si legge nel comunicato vaticano – la messa in opera delle misure stabilite per prevenire e impedire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo”. L’ispezione, come riporta ancora la nota ufficiale, “ha messo in luce i progressi sostanziali compiuti dallo Ior negli ultimi 12 mesi. Come risultato dell’ispezione, l’Aif ha formulato un piano di azione per rendere le procedure pienamente rispondenti alle esigenze espresse dalla legge n. XVIII e per l’attuazione di ulteriori miglioramenti organizzativi e procedurali”. Altro dato che emerge dal secondo rapporto dell’Autorità di informazione finanziaria è che il numero delle dichiarazioni di trasporto transfrontaliero di denaro contante o di titoli al portatore in quantità superiore ai 10mila euro è diminuito nel 2013, arrivando a 1.557 dichiarazioni in uscita (erano state 1.782 nel 2012) e 550 in entrata (erano state 598 nel 2012). “Ciò – spiegano i dirigenti dell’Aif – è dovuto all’accresciuto controllo da parte delle autorità competenti e all’introduzione di procedure più stringenti presso gli enti soggetti alla supervisione”.
“Nel 2013 – ha affermato Brülhart – abbiamo fatto ulteriori passi decisivi nel migliorare gli strumenti legali e, allo stesso tempo, nel renderli effettivamente operativi. La valutazione compiuta nel dicembre 2013 da Moneyval, il Comitato di esperti per la valutazione delle misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo del Consiglio d’Europa, e le nostre statistiche ci permettono di affermare che oggi abbiamo in funzione un sistema corretto ed equivalente per prevenire e combattere i crimini finanziari. Un sistema – ha concluso Brülhart – che è ben allineato con gli standard internazionali“.