È online da qualche ora sul sito della Camera dei deputati il primo indice degli atti declassificati sui traffici internazionali di rifiuti e sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Per ora si tratta di circa 200 documenti (su un totale di quasi 3000 dossier secretati), raccolti in un elenco che dovrebbe ampliarsi nei prossimi giorni. La consultazione integrale sarà possibile da venerdì 23 maggio, assicurano gli uffici di Montecitorio. Questione di tempi tecnici.

È il primo risultato concreto della desecretazione nata da una richiesta di Greenpeace del novembre 2013 e inviata ai presidenti di Camera e Senato per togliere il segreto dai fascicoli “sul traffico internazionale di rifiuti e sulle navi a perdere”. L’associazione Articolo 21, in occasione del 20esimo anniversario della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo 2014 aveva poi chiesto, con una petizione, che fossero desecretati anche tutti i documenti sul duplice omicidio e comunque riguardanti i traffici di armi e rifiuti, raccogliendo in pochi giorni quasi 70mila firme.

Rispondendo a questi appelli – che erano stati accolti dalla presidente della Camera Laura Boldrini – circa un mese fa il governo ha deliberato l’avvio della desecretazione, includendo anche gli atti prodotti dalle amministrazioni dello Stato – servizi di sicurezza inclusi – sulle stragi degli anni ’70 e ’80. Lunedì 5 maggio la presidenza della Camera ha annunciato l’arrivo delle prime risposte positive da parte dell’esecutivo, e venerdì 16 è stata annunciata la pubblicazione a breve dei documenti.

Una prima idea sul contenuto dei dossier è possibile farsela scorrendo i titoli pubblicati sui cataloghi dell’archivio della Camera. Per la commissione d’inchiesta Alpi-Hrovatin, presieduta da Carlo Taormina, saranno resi disponibili un numero importante di documenti del Sisde, l’intelligence interna, alcuni dei quali prodotti il 7 maggio ’94, poco dopo la morte di Ilaria e Miran. Altri, addirittura precedenti l’esecuzione, riportano la data del 30 marzo ’93. Diversi fascicoli, in relazione all’omicidio Alpi-Hrovatin, risultano solo “parzialmente declassificati”.

Ci sono poi i documenti dell’ultima commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, quella presieduta da Gaetano Pecorella, con numerosi dossier dei servizi esterni: un buon numero di fascicoli riguarda il rapporto tra il collaboratore di giustizia Francesco Fonti (il pentito di ‘ndrangheta che aveva raccontato di aver affondato almeno tre navi cariche di rifiuti al largo delle coste calabresi) e i servizi segreti o “soggetti in rapporto coi servizi”.

Compaiono anche i documenti inviati dal Sismi, l’intelligence militare, al pm di Reggio Calabria Francesco Neri all’epoca delle indagini sull’affondamento delle “navi a perdere” (’94-’95) finite con la tragica morte di uno degli investigatori, il capitano di corvetta Natale De Grazia. All’epoca vi fu una collaborazione formale tra il Sismi e l’autorità giudiziaria, su richiesta del pm titolare delle indagini, che aveva delegato al rapporto con l’intelligence – un ruolo non concesso ai magistrati – il maresciallo dei Carabinieri Domenico Scimone. Furono acquisiti numerosi documenti del servizio militare su Giorgio Comerio, l’imprenditore che studiava l’affondamento delle scorie radioattive sui fondali marini tramite siluri penetratori, fuggito una decina di anni fa in Tunisia.

Tra i documenti che verranno pubblicati, ve ne sono alcuni – sempre dei servizi segreti – riguardanti “mercantili affondati nelle acque territoriali”, “eventuali incidenti alle Centrali Nucleari Europee” e anche “41 tabulati Lloyd’s”, il registro della compagnia assicurativa britannica che riporta tutte le coordinate di affondamento delle navi. I titoli riportano anche un “verbale di distruzione di documenti del 9/04/1993 del SISMI” nell’ambito del procedimemto penale della pretura reggina contro Giorgio Comerio.

 Un numero elevato di documenti riguardano poi la motonave Zanoobia, alcuni sulla Jolly Rosso (tra cui i registri di carico della nave) e sulla motonave Rigel. Nomi di navi legati alle indagini degli anni ’80 e ’90 sui grandi traffici di rifiuti, quando l’Italia si era specializzata nello spedire le scorie industriali verso i paesi africani e latinoamericani.

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