L'ex Segretario di Stato della Santa Sede - già nella bufera per la vicenda del super attico da 600 metri quadri appena ristrutturato - avrebbe fatto pressioni sullo Ior per garantire un finanziamento alla società televisiva Lux Vide fondata dall'amico Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai. La società, però, fa sapere "che non risulta nessuna indagine a carico suo e dei suoi amministratori". Il portavoce della sala stampa del Vaticano: "Non vi è in corso alcuna indagine di carattere penale da parte della magistratura vaticana"
Il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede durante il papato di Benedetto XVI, sarebbe sotto indagine da parte dell’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano per malversazione. A scriverlo è il quotidiano tedesco Bild Zeitung. Il porporato avrebbe fatto pressioni sullo Ior per garantire un finanziamento da 15 milioni di euro a Lux Vide, società televisiva fondata dal suo amico Ettore Bernabei, 93enne storico direttore generale della Rai. Questo nonostante l’istituto bancario fosse contrario. La Lux, però, fa sapere “che non risulta nessuna indagine a carico suo e dei suoi amministratori”.
A scatenare il nuovo ciclone su Bertone, l’ultimo in ordine di arrivo dopo la storia del mega-appartamento – vicenda che avrebbe suscitato l'”ira” del pontefice, a cui però l’ex arcivescovo di Genova ha risposto pubblicamente con quello che è stato interpretato come un attacco – e con la memoria ancora all’affaire Vatileaks, è una risposta ambigua di René Bruelhart, direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano (che il 19 maggio ha presentato il suo secondo rapporto ufficiale). Alla domanda della Bild relativa alla presunta indagine vaticana sul cardinale Bertone, Bruelhart risponde di non poter “né confermare né smentire”. L’ex Segretario di Stato della Santa Sede, interpellato dall’Adnkronos, ha smentito l’accusa: “La convenzione dello Ior con la società Lux Vide è stata discussa e approvata dalla commissione cardinalizia di vigilanza e dal consiglio di sovrintendenza nella riunione del 4 dicembre 2013, come dimostra il verbale relativo”. Nel pomeriggio è arrivata anche una breve nota del portavoce della sala stampa del Vaticano, Padre Lombardi, che recita: “A proposito di notizie che circolano in queste ore, dichiaro che non vi è in corso alcuna indagine di carattere penale da parte della magistratura vaticana a carico del Card. Tarcisio Bertone”. Il caso, secondo la Bild, riguarderebbe un’obbligazione convertibile. Nel dicembre 2012 le azioni in cui l’obbligazione è stata convertita, praticamente senza valore, sono state trasferite dalla banca vaticana ad una fondazione, con una perdita stimata in 15 milioni di euro.
Il caso – La Lux Vide di Bernabei, vicina alla Chiesa e soprattutto all’Opus Dei, attraverso Bertone, avrebbe ottenuto alla fine del 2012 un sorta di “finanziamento” dallo Ior. Per la precisione la cosiddetta “banca” del Vaticano sottoscrive delle obbligazioni della società fondata nel 1991 fa Bernabei, che nel 2012 doveva restituire soldi avuti precedentemente da un istituto bancario italiano. Non era la prima volta che la Lux Vide bussava alle porte delle finanze vaticane. Già nel 2010 circola nelle stanze vaticane un progetto per il quale lo Ior dovrebbe acquisire una quota azionaria, si parla addirittura del 25-30%, della società di Bernabei ma è l’allora presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, a bloccare l’operazione.
Alla fine del 2012 la questione arriva sul tavolo di Bertone: il pontificato di Benedetto XVI è in un momento di grande debolezza, allo Ior non c’è un presidente, e la decisione di sottoscrivere obbligazioni della Lux Vide stavolta passa già nel dicembre: nonostante il parere negativo del management dell’Istituto, arriva l’approvazione del consiglio di sovrintendenza, guidato dall’allora presidente ad interim, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz e composto tra gli altri anche dall’americano Carl Anderson e dallo spagnolo Manuel Soto Serrano.
A febbraio 2013 il terremoto innescato dalla “dimissioni” di Joseph Ratzinger di fatto fa passare in secondo piano le vicende finanziarie. Il cardinale Bertone, presidente della Commissione cardinalizia dello Ior, è in quel momento la persona che più può prendere decisioni. “Esiste una commissione cardinalizia nominata dal Papa che vigila su tutte le attività dello Ior e del consiglio di sovrintendenza che ha una sua struttura, una sua facoltà e sue mansioni”, ha ribadito oggi insistendo sulla “regolarità” dell’operazione. Insomma Papa Benedetto forse non fa in tempo ad essere informato e quando arriva Papa Francesco l’operazione è già partita.
Tuttavia, quando subentra il nuovo management dello Ior (arriva alla guida il tedesco Ernst von Freyberg, che succede dopo mesi alla tumultuosa uscita di Gotti Tedeschi) e quando Papa Francesco chiede di fare chiarezza sui conti dell’istituto, la società di consulenza esterna, la Promontory, evidenzia immediatamente l’operazione. Sia per la sua portata, almeno 15 milioni di euro su un bilancio complessivo di circa 800 milioni, sia per la sua singolarità rispetto alla ‘mission’ dello Ior. Che poi è quella di sostenere la Chiesa nelle sue opere nelle varie parti del mondo. Anche se, fanno notare fonti vaticane, un conto sono i finanziamenti, che debbono rispettare i destinatari previsti dallo Statuto, un conto sono gli ‘investimenti’. E le obbligazioni della Lux Vide si dovrebbero configurare come tali. Ma c’è un passaggio successivo che “supera” lo Ior: “L’organismo che ha erogato il prestito ci ha poi comunicato che le azioni Lux sarebbero state trasferite ad una Fondazione di diritto vaticano“, fanno sapere infatti Luca e Matilde Bernabei.
Alla fine lo Ior, secondo quanto si apprende, ‘risolve’ la questione iscrivendo una importante perdita. In sostanza avrebbe preferito un ‘rosso’ da 15 milioni di euro piuttosto che proseguire nella gestione di un’operazione che, non avrà rilievi penali, ma comunque ha smosso più di qualche problema all’interno delle Mura Leonine. Problemi ad oggi non smentiti da nessuno, né dall’Aif, né da altre fonti ufficiali del Vaticano. E nella partita la Bild inserisce anche una presunta svendita di alcuni immobili e una ulteriore perdita per le casse del Vaticano di 20 milioni di euro. Storia, però, tutta da verificare. La cartina di tornasole per fare luce sulla vicenda sarà la pubblicazione del bilancio dello Ior, che lo scorso anno è avvenuta, per la priva volta nella storia dell’Istituto, in autunno. Ma per questo, al momento, ci sarebbe da attendere la conclusione del lavoro delle società esterne di certificazione al cui vaglio ci sono in particolare queste vicende.
La Lux Vide – Lo scorso 13 dicembre Bergoglio ha ricevuto in udienza privata proprio Bernabei, classe 1921, membro soprannumerario dell’Opus Dei. L’ex dg Rai (al vertice dal 1960 al 1974) ha fondato Lux Vide nel 1992 e ne è tuttora presidente onorario, mentre alla presidenza operativa c’è la figlia Matilde e sulla poltrona di amministratore delegato siede il figlio Luca. La società è specializzata nella produzione di fiction per un pubblico famigliare. Tra il 1994 e il 2002 ha prodotto per RaiUno e venduto in 140 Paesi – anche grazie alla collaborazione del produttore tunisino Tarak Ben Ammar, socio di Silvio Berlusconi – 21 prime serate tratte dall’Antico e dalNuovo Testamento. Poi sono arrivati “Papa Giovanni”, “Madre Teresa”, “Padre Pio”, “Don Bosco”, “Chiara e Francesco” e un telefilm dedicato a San Filippo Neri, interpretato da Gigi Proietti. Nel 2005 è stata la volta di “Giovanni Paolo II”. Per quanto riguarda le serie, il prodotto di punta è “Don Matteo”, arrivato alla nona stagione.