Il gip del tribunale di Messina Giovanni De Marco ha concesso gli arresti domiciliari al deputato Pd Francantonio Genovese, accusato di associazione a delinquere e concorso nei reati di riciclaggio, peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazioni fraudolente ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Genovese ha lasciato il carcere e ora potrà tornare nella sua abitazione di Messina. “Sono molto amareggiato per questa vicenda”, ha detto il deputato. I “dati sui cui ha basato la decisione il Gip erano noti”, ha aggiunto, e i parlamentari che hanno “votato per l’arresto dovrebbero rivalutare” le decisioni. La Camera si era espressa a favore del suo arresto lo scorso 15 maggio; la decisione era passata con 371 sì e 39 no. Subito dopo il via libera, Genovese si era costituito presso il carcere di Messina.
L’avvocato dell’ex sindaco della città sullo Stretto, Nino Favazzo, ha chiesto i domiciliari per il deputato perché, a suo avviso, non ci sarebbe più il pericolo di reiterazione del reato, mentre per il Procuratore aggiunto Sebastiano Ardita potrebbe ripetere i reati di cui è accusato. Per questo la Procura di Messina ricorrerà al tribunale del Riesame contro la decisione del giudice per le indagini preliminari.
Il legale di Genovese si dice soddisfatto per la decisione del gip, ma polemizza: “Il giudice sostiene che le esigenza cautelari si sono attuate. Ma, mi chiedo, come mai le esigenze cautelari che oggi si sono attenuate prima erano diverse, visto che dal giorno dell’arresto non è cambiato nulla”.
Il 19 maggio scorso i difensori del parlamentare hanno presentato al giudice atti che dimostrerebbero come il deputato sia ormai estraneo alle attività dell’Efal e, in particolare, hanno presentato le dimissioni di due operatori legati a Genovese che sarebbero fuori dalle attività dell’ente già da diverso tempo. L’intento degli avvocati era proprio quello di dimostrare che non c’erano necessità cautelari tali da mantenere il politico in carcere e che per lui non sarebbe possibile inquinare le prove o reiterare il reato.
Intanto, lo stesso gip De Marco, dovrà decidere entro venerdì prossimo, sull’ammissibilità delle intercettazioni depositate dai pm durante l’inchiesta sulla Formazione professionale.
“Dopo l’interrogatorio il quadro di gravità indiziaria appare confermato e, per alcuni versi, consolidato” e quindi “permane il concreto pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose”. Lo scrive il gip di Messina concedendo gli arresti domiciliari al deputato Francantonio Genovese. Tuttavia, secondo il giudice “può convenirsi con la difesa con una parziale attenuazione delle esigenze cautelari con gli arresti domiciliari ed il divieto di comunicare con persone non della famiglia”.