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Moggi attacca Inter, Moratti, Prandelli. E su Facchetti: “Lui è morto, intercettazioni no”

L’Inter è la prova che Calciopoli è una barzelletta. Prima finiva a -33 punti, -35 punti, adesso addirittura a -42. Perché? Perché i giocatori non si guardano nei filmati, ma sul campo”. Sono le parole di Luciano Moggi, ospite de “Lo Schiaffo”, su Class Tv. L’ex dg della Juventus si scaglia con veemenza contro la dirigenza nerazzurra, in particolare contro il defunto Giacinto Facchetti: “Non può più difendersi, ma è accertato: ci sono le intercettazioni. Quelle non sono mica morte. Mi dispiace parlare di uno che non c’è più, però ha addossato ad altri la colpa di quello che ha fatto anche e soprattutto lui. Il figlio di Facchetti, quando è venuto in tribunale” – continua – “ha sbandierato dichiarazioni scritte del papà e il tribunale non ha nemmeno accettato quel mezzo foglietto senza firma. Bisognerebbe fare le cose seriamente. E qui in certi casi la serietà è mancata“. E aggiunge: “Sono state distrutte delle famiglie: arbitri giovani con figli piccoli e mutui da pagare sono stati rasati al suolo. A me ha fatto tristezza tutto questo, perché non si fanno certe cattiverie, dimostrate proprio dalle intercettazioni”. Poi rivela: “Ho salvato io Cannavaro, perché nell’Inter non giocava più: io l’ho riportato ad essere il giocatore più quotato d’Europa e “Pallone d’oro””. Stoccata anche all’allenatore della Nazionale Prandelli: “Il problema fondamentale è l’etica. In Federazione hanno l’abitudine di parlare di etica, ma non sanno nemmeno cosa è. Prandelli la finisca di parlare di etica, anche lui non sa neppure cosa è”. E, infine, critica con toni caustici anche Massimo Moratti: “E’ una gran brava persona, un grande innamorato dell’Inter, a cui ha dato tanto. Ma ha dato tanto anche male. E’ un cattivo amministratoredi Gisella Ruccia