It is therefore concluded that the seismic process that began before May 20th 2012 and continued with the sequence of earthquakes in May-June 2012 is statistically correlated with increases in production and injection in the Cavone oil field.
(È concluso perciò che il processo sismico che è iniziato il 20 maggio 2012 ed è continuato con la sequenza di terremoti di maggio-giugno 2012 è correlato statisticamente con aumenti nella produzione ed iniezione nei pozzi petroliferi del Cavone).
Dal rapporto della Commissione Ichese, pagina 176
A 2006 federal moratorium keeps drilling 125 miles from the Panhandle and 235 miles from Florida’s west coast.
(Il limite alle trivelle in Florida è di almeno 200 km dalla riva, per la protezione dell’ambiente, turismo e pesca. In alcuni punti questo limite giunge a 375 chilometri.
“Quel mare di petrolio che giace sotto l’Italia: possiamo raddoppiare la produzione di idrocarburi” – così esordisce Romano Prodi al risveglio dopo un lungo silenzio mediatico. Gli fa eco il ministro Federica Guidi secondo la quale non possiamo perdere questa opportunità.
Romani Prodi è stato il fondatore di Nomisma, di cui in qualità di professore di economia industriale, è stato a lungo il presidente del comitato scientifico. Il ramo Nomisma Energia, presieduto oggi da Davide Tabarelli si occupa di fornire consulenze energetiche.
Secondo Prodi abbiamo risorse petrolifere non sfruttate che potrebbero favorire investimenti e creare lavoro: occorre così aumentare la produzione interna, l’arrivo di gasdotti, oleodotti e la costruzione di impianti di gassificazione. Mmh. Ma parla dell’Italia o dell’Arabia Saudita? Le rinnovabili? Stiamo buttando via soldi, secondo Prodi. Aggiunge però che “sicurezza” e “protezione dell’ambiente” sono una priorità e che il principio di precauzione deve avere la precedenza su tutto anche se non è accettabile che il principio di precauzione venga usato per porre veti su qualsiasi uso del sottosuolo. Ma che logica è questa?
Il rapporto ICHESE – sebbene firmato da illustri geologi ed esperti con chiari legami con l ‘industria del petrolio e del gas – parla chiaramente di correlazione statistica certa fra attività sismica e lo sfruttamento del Campo Cavone in Emilia Romagna. Lo dicono a pagina 176. I progetti di trivellazione dei nostri mari includono trivelle per i mari antistanti la laguna di Chioggia e di Venezia, davanti alle isole Tremiti e del Salento, del Canale di Sicilia, della Sardegna, dell’Abruzzo, della Riviera Ionica. Persino nei vulcani sommersi del Tirreno. Tutte zone dove esiste già un altro tipo di economia e dove le trivelle non ci azzeccano. La laguna di Ravenna sprofonda a causa delle estrazioni metanifere a mare. O ci siamo dimenticati le alluvioni del Polesine, fermate solo grazie alla cessazione di attività estrattiva di gas?
Secondo Prodi un buon posto per fare petrolio è la Basilicata. Lo trovo veramente irrispettoso e maleducato nei confronti dei lucani continuare con il mantra che occorre aumentare la produzione di petrolio dalla Basilicata. E chi sono i lucani, caro Prodi? L’agnello sacrificale di questa nazione? Chi ha deciso che devono avere laghi e sorgenti inquinati e aria avvelenata e petrolio nel miele e trivelle dietro gli ospedali perché non voi non sapete governare questa nazione? Io vorrei solo che tutti lorisignori petrolieri trascorressero una settimana a vivere a cinquecento metri dal centro oli di Viggiano, e poi vorrei sentire cosa hanno da dire.
Prodi dice che gli “esperti” sono sicuri che non ci saranno rischi. E quali sono questi esperti, quelli di Nomisma Energia? Secondo lui perché lungo le coste californiane i limiti sono 160 chilometri da riva e lungo quelle della Florida di 200? E cosa vuol dire che non ci saranno rischi? Qualcuno, Prodi incluso, ha la sfera di cristallo? Nessuno può mai predire il futuro, né Prodi, né la Guidi, né io. Il principio di precauzione è scomodo lo so, ma impone di fare delle scelte, cosi come si devono fare scelte su che tipo di Italia vogliamo. Vogliamo una enorme Gela o una enorme Taormina? Non si possono fare tutte e due le cose assieme.
Il mare Adriatico va chiuso alle trivelle dialogando con la Croazia e non facendo la gara a chi trivella per prima – perché è piccolo e dai fondali bassi, perché basta un solo scoppio a distruggere tutto, perché è già inquinato e perché uno va al mare a vedere il mare che è mare, e non le piattaforme e i porti petroliferi e gli scarti a mare e gli oleodotti. E come detto mille volte, il nostro petrolio è poco, è di bassa qualità e non risolverà niente energeticamente parlando. Io non sono un politico, ma ho sempre creduto che la politica dovesse trovare delle soluzioni, avere coraggio, essere intelligente e lungimirante. E non trovare delle toppe improvvisate ai problemi. Perché trivellare l’Italia è come voler rattopparne i problemi, non risolverli. Un vero statista l’avrebbe capito, ed avrebbe teso la mano ai croati per dire loro: troviamo una strada comune per fare del mare nostrum un mare pulito, in difesa di turismo e pesca e bellezza per tutti, di modo che quando il petrolio finirà non ci ritroveremo punto e daccapo e con una enorme mole di problemi ambientali in eredità.
Vuole una ricetta più sana caro Prodi? Promuovete il risparmio energetico, mettete pannelli solari su tutti i condomini d’Italia. Non sono soldi sprecati, glielo assicuro. Decidete di abbattere corruzione e camorra, punite in modo esemplare chi maltratta la res publica, rendete la burocrazia e la giustizia più snelle, educate la gente alla ricettività turistica, curate le mille Pompei d’Italia. Con un turismo mirato e variegato, con un sistema che funziona, potremmo non raddoppiare, ma decuplicare la ricchezza del paese.
Mi sono sempre chiesta perché questi politici continuano ad ostinarsi con le fonti fossili. Pure Prodi che va a messa tutte le domeniche. Non leggono dei cambiamenti climatici? Che futuro vogliono dare ai loro figli, ai loro nipoti? E’ cristiano voler continuare ad aumentare l’inquinamento, le malattie la disperazione delle comunità che vivono vicino alle trivelle? La risposta che mi sono data è che questi signori, critstiani o non cristiani, sono pro-petrolio perché niente viene vissuto sulle loro pelli. Non sono i loro risparmi, non è il loro mare, non è la loro vita, non sono i loro figli. Per loro è tutto un business, un calcolo, un bilancio. Sono sempre le vite degli altri, e non è giusto.