Grazie alla mediazione dell'ex segretario del Partito democratico, la squadra di Antonio Cerciello, patron Nordmeccanica, non abbandona la città. Le polemiche erano scoppiate nei giorni scorsi per le difficoltà a trovare un luogo dove allenarsi. Attacchi in consiglio comunale: "Cosa gli ha promesso?"
“Ripartiamo grazie all’intervento di Bersani”. La rivelazione del presidente della Rebecchi Nordmeccanica volley, viste le reazioni che ha suscitato, invece di rallegrare l’ex segretario del Pd, gli sarà andato di traverso. Perché, nonostante l’intervento dell’ex segretario democratico abbia fatto desistere la famiglia Cerciello dal far venire meno il suo impegno economico nella squadra campione d’Italia, sembra aver messo in più di un imbarazzo il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, e la sua amministrazione.
La questione era nata qualche settimana prima, con lo scontro tra la Rebecchi Nordmeccanica e il Comune sul Palabanca. Il palazzetto nel quale la formazione femminile, fresca Tricolore, aveva chiesto di poter giocare per altri tre anni alle stesse condizioni economiche. La risposta, però, tardando ad arrivare, aveva fatto andare su tutte le furie il patron della Nordmeccanica, Antonio Cerciello: “Ritirerò la squadra e non investirò più un euro nello sport” aveva detto in linea con i figli Alfredo e Vincenzo, mandando nel panico, non solo migliaia di tifosi, ma anche la stessa amministrazione piacentina, già scossa dall’annuncio del presidente del Copra Elior volley (squadra maschile di A1 ai vertici da 15 anni) di qualche giorno prima di voler lasciare mettendo in vendita giocatori e titolo sportivo. Anche in questo caso di mezzo c’era la struttura di Le Mose, contesa da anni dalle due società. Si profilava, quindi, una smobilitazione dello sport locale senza precedenti. Con buona pace degli appelli al dialogo del primo cittadino e dell’assessore allo Sport, Giorgio Cisini.
Poi l’intervento che nessuno si sarebbe aspettato. All’inaugurazione del nuovo stabilimento Nordmeccanica a Piacenza, avvenuta lo scorso 16 maggio, era presente Pier Luigi Bersani. Il quale, in prima fila accanto a un altro piacentino doc come Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, (banca che tra l’altro ha concesso il prestito al Gruppo specializzato in imballaggi proprio per i lavori in via Razza) si spende in prima persona per far cambiare idea alla famiglia Cerciello.
In che modo non è dato sapere, però da quel momento la musica cambia. Dalla chiusura totale al dialogo, l’offerta del Comune viene accettata. Ma, nel comunicato diramato dalla società per confermare l’iscrizione a campionato e coppe – e quindi al ritorno degli investimenti nello sport piacentino -, gli unici ringraziamenti sono dedicati all’ex segretario Pd e non all’amministrazione che si era spesa per venire incontro alle richieste. “Pierluigi Bersani ci ha spinto a continuare nella nostra attività sportiva a favore della città di Piacenza – era stato scritto dalla Nordmeccanica -. Abbiamo, pertanto, deciso di continuare dopo i successi di questi anni”. Solo parole, quelle di Bersani o qualcosa di più? Magari grazie anche a qualche “garanzia” da parte del numero uno di Unicredit?
E non sono mancate le polemiche. Qualcuno ha ricordato gli interventi dal palco di Antonio Cerciello durante l’inaugurazione dello stabilimento a riprova di come gli interessi in gioco vadano ben oltre lo sport locale. In quell’occasione il patron della Nordmeccanica, infatti, si era rivolto direttamente a Bersani, non solo per invocare attenzione alle sue aziende in Italia ma anche per quelle che gestisce all’estero (Cina, Stati Uniti, Argentina e India, oltre a uffici in 80 Paesi), esortandolo a sollecitare gli ambasciatori a “farsi sentire. Non è possibile chiedere un colloquio e, nonostante l’importanza del nostro Gruppo, non riuscire a prendere un appuntamento”. E poi aveva chiamato sul palco l’ad Ghizzoni con una presentazione davvero generosa: “Quando sono all’estero sono orgoglioso di Unicredit”.
Bersani e Ghizzoni, comunque, avranno tempo e modo di spiegare come sono riusciti a far cambiare idea a imprenditori che, certamente, non si accontentano di una pacca sulla spalla per sborsare milioni di euro. Chi ancora non è riuscito a giustificare il proprio “commissariamento” nella vicenda sono state le istituzioni piacentine. Su tutti il sindaco Dosi, preso di mira nell’ultimo consiglio comunale dalle opposizioni, insieme all’assessore allo Sport, Giorgio Cisini. Il consigliere Tommaso Foti di Fratelli d’Italia ha giudicato assurdo il comportamento del primo cittadino che ha dialogato “con gli interlocutori sbagliati”, cioè il Copra Elior, che fino ad allora aveva utilizzato una struttura che però “in dieci anni, alla scadenza, doveva tornare al Comune”. Mentre il consigliere Massimo Polledri della Lega Nord non si è lasciato scappare qualche ironia sull’intervento di Bersani: “Il grande smacchiatore sembrava sparito e invece ha salvato il Comune con una telefonata e un caffè. E’ stato taumaturgico – ha detto sfoderando l’immagine di Bersani a modi santino sui banchi di palazzo Mercanti -. A parte gli scherzi, non ci abbiamo fatto una bella figura, c’è qualcosa che non funziona se con una telefonata la questione è stata risolta. Per questo annuncio una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore. Sono stati messi in gioco il decoro e l’onorabilità delle istituzioni”.
Il sindaco, dal canto suo, non ha saputo fare di meglio che paragonarsi al signor Malussène, il personaggio nato dalla penna dello scrittore Daniel Pennac: “Avremo modo di dire come sono andate le cose. Per ora, in questa grottesca situazione, mi affido a una figura letteraria, quella di colui che di mestiere faceva il capro espiatorio”.