Matteo Renzi lo aveva annunciato già un paio di settimane fa a Monfalcone, dove si trovava per presenziare alla cerimonia di consegna della nave da crociera Regal Princess della compagnia americana Princess Cruises: “Presto ci saranno altre novità per Fincantieri”. E giovedì, puntualmente, durante un’apposita conferenza stampa svoltasi a Roma – con incredibile tempismo pre-elettorale – la conferma è arrivata: MSC Crociere – parte del gruppo svizzero MSC, che ha sede a Ginevra ma fa capo all’armatore sorrentino Gianluigi Aponte – ha commissionato all’azienda navalmeccanica di Stato la costruzione di due nuove navi, più l’opzione per un’eventuale terza unità. Con una stazza lorda di 154.000 tonnellate e una capacità di 5.200 passeggeri, saranno le più grandi cruiseship mai realizzate da Fincantieri, che le consegnerà all’armatore rispettivamente a novembre 2017 e maggio 2018.
Il colpo dell’azienda cantieristica guidata da Giuseppe Bono in procinto di quotarsi in Borsa, è di quelli storici, sia per la portata economica dell’ordine, pari a circa 700 milioni di euro per ognuna delle nuove navi (finanziate con la garanzia dell’agenzia pubblica Sace) sia perché MSC, fino ad oggi, non si era mai rivolta al gruppo connazionale per far costruire le proprie navi, ma aveva sempre preferito i concorrenti francesi di STX France (azienda controllata dalla corporation coreana STX), beneficiari nei mesi scorsi di un’altra maxi-commessa per unità da crociera firmata dalla stessa MSC. Sulle motivazioni di questa ‘esterofilia’ cantieristica della shipping company italo-svizzera si è detto e scritto molto: lo stesso Aponte non ha mai fatto segreto dei forti ‘benefit’ garantiti dal governo di Parigi (che di STX France è azionista di minoranza), in particolare in materia di finanziamenti, ma spesso è stata anche avanzata l’ipotesi che il gruppo americano Carnival e la sua controllata italiana Costa Crociere, principali clienti di Fincantieri per il business crocieristico, non vedessero di buon occhio la presenza del loro primo concorrente mediterraneo nella lista-clienti del fornitore.
In ogni caso questo avvicinamento tra MSC e Fincantieri – che il premier, presente alla cerimonia romana, non ha mancato di sottolineare “come solo l’ultima di una serie di firme per commesse destinate ad aziende italiane ottenute negli ultimi giorni”, sintomo evidente, secondo Renzi, “che il Paese sta ripartendo” – era nell’aria ormai da un po’. A inizio anno, infatti, MSC aveva siglato con Fincantieri un contratto per interventi di ammodernamento di 4 sue navi già operative: un lavoro, chiamato “programma Rinascimento”, destinato agli stabilimenti di Palermo (il taglio della prima lamiera è stato celebrato nei giorni scorsi) che ha portato nelle casse del gruppo pubblico oltre 200 milioni di euro e che era stato letto dagli osservatori come una ‘prova di contatto’ propedeutica a commesse di ben maggiore peso. Un’ipotesi che pareva essere stata smentita quando, lo scorso marzo, la compagnia ginevrina aveva firmato un ordine da 1,4 miliardi di euro per due nuove navi con i cantieri francesi STX, suoi storici fornitori, salvo poi riceve inaspettata conferma con la decisione di Aponte – attivo, oltre che nell’industria crocieristica, anche nel trasporto di container con la seconda flotta al mondo dopo il colosso danese Maersk – di replicare la maxi-commesa, questa volta firmando proprio con Fincantieri.