La migliore risposta alle critiche del giornale di Confindustria Il Sole 24 ore su Napoli sono ben riassunte, anche come “consecutio temporum”, nelle frasi finali che chiudono tre libri che ogni napoletano, ogni campano, dovrebbe non solo leggere ma scrivere a lettere di fuoco nel proprio cuore:
Maledetti bastardi, siamo ancora vivi! (Roberto Saviano, Gomorra, anno 2006 ); Sta succedendo qualcosa giù a Sud; Succede ovunque e tutto insieme. Ed è qualcosa di buono!” (Pino Aprile, Il Sud puzza, 2014);
“C’e’ la consapevolezza di cosa non dobbiamo più fare: non dobbiamo più perdere tempo, non dobbiamo più sprecare risorse. Dio perdona sempre, gli uomini perdonano qualche volta,la Natura mai” ricorda Papa Francesco. Ecco, noi lo aspettiamo in Terra dei Fuochi per rilanciare insieme questa grande battaglia di civilta’!” (Padre Maurizio Patriciello, Marco De Marco, Non aspettiamo l’Apocalisse”, 2014).
Nonostante pubbliche richieste di scuse ufficiali, riportate su tutti i media nazionali, fatte da Padre Maurizio Patriciello ai vertici di Confindustria, che anche oggi si suppone non indagheranno sulle circa centomila tonnellate di rifiuti tossici che vanno in giro per l’Italia, senza alcun controllo satellitare valido, ad avvelenare qualche territorio giù al Sud, non solo non abbiamo registrato nessuna scusa ufficiale ma il più assordante silenzio dei vertici di Confindustria sui flussi dei rifiuti industriali e tossici che hanno avvelenato scientificamente Napoli e la Campania, ed oggi sempre più tutto il Sud di Italia e del mondo, continua imperterrito.
Registriamo però l’ennesima entrata “a gamba tesa” contro una città, Napoli, che ancora una volta, da sola, sta cercando semplicemente di sopravvivere e risorgere, tra le solite mille difficoltà e con un Sindaco, da premiare per personale moralità, ma che ha ammesso, con numerosi rimpasti di Giunta, di avere commesso errori in diverse valutazioni specie amministrative e nel non sapere scegliere al meglio i più corretti ed affidabili collaboratori ed interlocutori, sia politici che amministrativi.
D’altra parte, questa è la logica conseguenza della realtà di trenta anni di mala gestione in Campania, ed è inutile piangere se il popolo napoletano non riesce più a distinguere non solo tra destra e sinistra, ma anche in termini di “buona politica” e “buona gestione” della Sanità tra i partiti che sinora la hanno governata, con una gerontocrazia, immobile e spesso amorale, sia politica che professionale, che non ha eguali in Europa, come certificato da Eurispes sin dal 2012.
“…l’insieme dei presenti risultati e delle indagini precedenti nella medesima area e in aree con caratteristiche ambientali simili confermano un carico di patologie per le quali un ruolo eziologico di esposizioni ambientali a inquinanti rilasciati da rifiuti industriali pericolosi smaltiti in maniera non idonea è ipotizzabile”. Progetto SENTIERI, Istituto Superiore di Sanità, maggio 2014.
E’ la prima volta che, ufficialmente, l’organo di controllo nazionale del Ministero della Salute attribuisce finalmente una quota significativa del danno alla salute pubblica campana ai rifiuti speciali, industriali e tossici scorrettamente smaltiti in Campania ogni giorno da parte di associati di Confindustria. Se oggi qualche criminale casalese risulta finalmente arrestato e in galera per questa strage di Stato, ancora non mi risulta che nessun affiliato di Confindustria e nessun complice contadino (come afferma il Procuratore Roberti) si trovi opportunamente a pagare il giusto prezzo del proprio crimine dietro le sbarre di qualche galera.
E nonostante questa tragica ed ormai evidente co-responsabilità nell’avere contribuito a sottrarre ben due anni di vita media ai cittadini della Regione più giovane di Italia, il quotidiano di Confindustria, senza farsi precedere dalle necessarie e richieste scuse, cerca di “tirare la volata” a qualche candidato, magari di fidata provenienza, come l’attuale capo della opposizione nel consiglio comunale di Napoli.
I napoletani e i campani tutti ormai, però, non sono più né avviliti, né ciechi, né sciocchi: sono arrabbiati!
Sappiamo di essere stati e di essere ancora soli, abbiamo imparato sulla nostra pelle di non avere da attendere alcun aiuto concreto da parte di uno Stato, e che ora trema per il pentimento anche di Iovine, che sorrideva tranquillo al momento del suo arresto, come se partecipasse ad una “fiction” su Gomorra.
Sappiamo adesso che sono a rischio certificato di malattia e morte i nostri figli. Sappiamo, come ci indicano ogni giorno le nostre carissime “mamme delle cartoline”, che molti dei nostri figli hanno già pagato con la vita questo voluto disastro per fare realizzare profitto non solo a qualche ignorante e suicida criminale casalese, ma soprattutto a tanti “colletti bianchi” e imprenditori che ancora oggi non sentono il dovere nemmeno di chiedere almeno scusa, né come singoli né come categoria.
Ormai sappiamo tutto, e come Medici dell’Ambiente, che non hanno mai taciuto in questi anni nella omertà generalizzata “per non fare allarmismo, ma per fare carriera!”, lanciamo adesso anche tramite le pagine del vostro giornale una proposta provocatoria: realizzare ogni anno, promosso da noi Isde Medici Ambiente Napoli, (cercando in trasparenza il massimo coinvolgimento e la collaborazione sia dei movimenti che degli organi di Governo), le “Quattro giornate di Napoli dell’Ambiente e della Salute”, in memoria e in contemporanea con le commemorazioni ufficiali delle 4 giornate del 1943 che videro Napoli liberarsi da sola, unico caso in Europa, dal giogo nazista. Ogni giornata sarà dedicata a uno dei quattro elementi identificati, alla nascita del pensiero occidentale moderno, dai filosofi meridionali della Magna Grecia: Aria, Acqua, Fuoco e Terra.
Faremo il punto della situazione ogni anno dei risultati e dei miglioramenti raggiunti nella protezione e nello sviluppo e nel recupero ambientale e civile della città e della regione più bella del mondo.
Noi non abbiamo paura, e non ci stiamo più a farci identificare con “Genny ‘a carogna”, quando ci va bene!
Siamo sempre in attesa delle scuse ufficiali di Confindustria, chieste da Padre Maurizio, per il massacro che anche oggi sarà consumato al Sud di Italia nella perdurante assenza, in pieno terzo millennio, di un controllo satellitare valido dei flussi di rifiuti industriali in Italia, ormai oltre 140 milioni di tonnellate/anno rispetto ai “soli” 29 milioni di rifiuti urbani di cui si parla troppo, e pure male!
Noi vogliamo riprenderci e ci riprenderemo salute, dignità e lavoro nella Terra più bella del mondo, nonostante Confindustria e i sindacati tutti che non ci hanno certo difeso adeguatamente.