L'ex ministro "sembra assumere le vesti di socio occulto di Matacena, viste le elargizioni da fare per la Rizzo". Lo scrivono i pm nell’appello al riesame per vedere riconosciuta l’aggravante mafiosa. Scajola, proseguono, con l'aiuto a Matacena "agevola la 'ndrangheta in ambito politico imprenditoriale"
“Non appare un azzardo affermare che Scajola e Matacena condividono interessi che vanno ben oltre l’aiuto, risultando inseriti in un circuito criminale ben più ampio visto il ruolo di Matacena in ambito ‘ndranghetistico ricostruito dalla sentenza di condanna”. A scriverlo sono i pm di Reggio Calabria nell’appello al riesame per vedere riconosciuta l’aggravante mafiosa. Questa ipotesi era già stata formulata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ma non era stata condivisa dal gip che l’aveva rigettata.
Solo con “rapporti di cointeresse forti (Scajola ndr), può rendersi protagonista dei colloqui” intercettati, “tra cui significativi quelli in cui sembra assumere le vesti di socio occulto di Matacena, viste le elargizioni da fare per la Rizzo”, proseguono i magistrati. Scajola, scrivono, è consapevole della condanna di Matacena per concorso esterno in associazione mafiosa, “presta consapevole contributo per agevolare la latitanza, intrattiene rapporti economico imprenditoriali con la Rizzo e Politi, avvia con la Rizzo e Politi nuovi progetti imprenditoriali, esercita la sua influenza su Berlusconi al fine di ottenere la candidatura alle europee, promette il suo sostegno personale, finanziario ed economico, anche attraverso canali bancari privilegiati a Matacena tramite la Rizzo”. L’ex ministro, aiutando l’ex deputato di Fi latitante a Dubai dopo essere stato condannato a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, “agevola una pedina indispensabile per il sistema criminale di cui la ‘ndrangheta fa parte” e “agevola la ‘ndrangheta in ambito politico imprenditoriale”., consapevolmente agevola la ‘ndrangheta in ambito politico imprenditoriale”.
Oggi, intanto, è stata la giornata dell’interrogatorio di garanzia di Chiara Rizzo la quale ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip Olga Tarzia che ha firmato l’ordinanza che l’ha mandata in carcere. Ma, assicurano i suoi legali Bonaventura Candido e Carlo Biondi, si è trattata solo di una scelta tecnica dovuta all’impossibilità di confrontarsi con i suoi difensori per il divieto imposto dallo stesso gip. Chiara Rizzo, hanno ribadito, è decisa a spiegare tutto, compreso il senso delle tante telefonate intercorse con Scajola. Ed è per questo che con i pm è già stata fissata la data dell’interrogatorio: giovedì prossimo. In quella occasione, con ogni probabilità, la moglie di Matacena sarà chiamata a rispondere anche delle accuse mosse a tutti gli indagati di avere agevolato, aiutando il marito, gli interessi della ‘ndrangheta.