L'azienda ha revocato la commessa affidata al sito Granarolo in provincia di Modena. Proteste dei sindacati: "Sono tutti lavoratori tra i 40 e i 50 anni con un’alta preparazione professionale e in un mercato del lavoro completamente fermo farebbero fatica a ricollocarsi"
Le bottiglie e le lattine di Estathe non saranno più prodotte a Soliera. E’ arrivata come una doccia fredda sulle spalle di operai e sindacati la decisione, annunciata dalla Ferrero Spa, di revocare la commessa affidata al sito Granarolo di Soliera, in provincia di Modena. Incaricato, da vent’anni a questa parte, di produrre le bottiglie di plastica e le lattine della marca di the freddo Estathe. La multinazionale, infatti, costituiva la maggiore fonte di redditività per uno stabilimento che, ad oggi, dà lavoro a 180 operai, e ora i sindacati confederali Cgil e Uil temono che il mancato rinnovo di quel contratto “possa avere pesanti ricadute sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali”. La crisi economica, negli anni, nella fabbrica di Soliera, dove si producono i contenitori per l’Estathe ma anche latte a lunga conservazione della Granarolo, ha già prodotto, del resto, una lunga serie di esuberi, che tuttavia, fino ad oggi, erano avvenuti base volontaria. “Vista la recessione – spiega Daniela Pellacani della Flai Cgi – negli ultimi 2 anni con i lavoratori e la Granarolo è stato concordato un piano di procedure di mobilità che ha permesso l’uscita degli addetti che avevano maturato i requisiti di pensionabilità, o che erano interessati dalla riforma Fornero. Di conseguenza eventuali esuberi legati alla perdita della commessa Ferrero andrebbero a ricadere direttamente su operai giovani, o su persone inserite in una fascia d’età difficilmente ricollocabile”.
L’età media, alla Granarolo di Soliera che per tanti anni ha rifornito la Ferrero, sottolinea Pellacani, “è piuttosto giovane. Siamo tra i 40 e i 50 anni. Lavoratori con un’alta preparazione professionale, specializzati, che in un mercato del lavoro completamente fermo farebbero fatica a ricollocarsi, proprio perché da un lato ci sono moltissimi disoccupati più giovani di loro che le aziende tenderebbero ad assumere prima, e dall’altro perché oggi chi assume in questa provincia rappresenta quasi un caso eccezionale”.
L’unica speranza per salvaguardare tutti i posti di lavoro, spiegano Cgil e Uil, è che almeno una delle linee dedicate al the, dislocate nei locali della Granarolo ma di proprietà della multinazionale italiana specializzata nella produzione di prodotti dolciari, invece di essere trasferita altrove in seguito alla cessazione del contratto venga venduta al colosso del latte, che con un investimento economico potrebbe riconvertirla ed utilizzare i macchinari per la fabbricazione di altri prodotti. “Tuttavia – spiega Ennio Rovatti della Uila Uil – secondo le informazioni recentemente acquisite, Ferrero non sarebbe intenzionata a vendere, quanto a trasferire interamente la linea in un altro sito”. Se ciò dovesse avvenire, e per il momento sull’esito della trattativa iniziata ad aprile tra Ferrero e Granarolo non ci sono informazione certe, non solo sarebbero a rischio di licenziamento i 30 operai su 180 che ad oggi lavorano direttamente alla produzione di lattine e bottiglie Estathe, “ma tutta la tenuta del sito di Soliera. La commessa con Ferrero era la più importante in termini economici, da questa derivava la buona parte della redditività del sito, il latte a lunga conservazione che Granarolo produce nello stesso stabilimento non fornisce grandi marginalità di guadagno. Quindi c’è molta preoccupazione per il futuro di tutti i lavoratori”.
“Granarolo – continua Pellacani – non ha messo in discussione l’esistenza della fabbrica, tuttavia il quadro che si è venuto a delineare con le novità relative al mancato rinnovo della commessa con la multinazionale mettono a rischio la sostenibilità complessiva dello stabilimento”. “Se Ferrero accettasse di vendere – calcola Rovatti – nel medio e lungo periodo si riuscirebbe a garantire l’occupazione di tutti gli operai perché, riqualificata la linea di produzione, Granarolo potrebbe accettare altre commesse, e nel frattempo il reddito dei lavoratori temporaneamente senza occupazione sarebbe garantito da ferie, rol e ammortizzatori sociali. Altrimenti sarà difficile far fronte a ciò che accadrà se i macchinari saranno trasferiti”.
Per il momento, quindi, sul futuro del sito Granarolo di Soliera c’è solo incertezza. “Non possiamo che aspettare l’esito della trattativa – conclude Pellacani – sperando che il quadro migliori. Abbiamo già coinvolto l’amministrazione comunale perché intervenga nel favorire una soluzione che salvaguardi l’occupazione in un’area già profondamente segnata dalla crisi, siamo determinati a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per evitare la perdita di posti di lavoro, e tuttavia domenica si andrà al voto, quindi anche dal punto di vista amministrativo siamo nell’incertezza. Vedremo chi sarà eletto, nella speranza che il prossimo sindaco sia altrettanto veloce nell’attivarsi: il sito Granarolo ha un peso rilevante in città, anche alla luce dei gravi problemi che il tessuto industriale locale ha vissuto, sia a livello di comparto agroalimentare, sia in altri settori”.