Cinema

Per un pugno di dollari, duello sul nuovo restauro del capolavoro di Sergio Leone

Fa discutere l’intervento del distributore Ripley’s Film, cofinanziatore con la Cineteca Nazionale di Roma del restauro datato però 2007, sulla presentazione a Cannes della pellicola rimessa a nuovo dalla Cineteca di Bologna. Che con il direttore del laboratorio Davide Pozzi risponde: “Correzione del colore troppo moderna e poco fedele all’originale”

Un duello all’ombra delle palme del Festival di Cannes Sergio Leone non se lo era mai immaginato. In attesa della proiezione del 24 maggio 2014 sulla Croisette del ‘suo’ Per un pugno di dollari (1964), film restaurato dalla Cineteca di Bologna, e con la presentazione di Quentin Tarantino, fa discutere l’intervento del distributore Ripley’s Film, cofinanziatore assieme alla Cineteca Nazionale di Roma del restauro della stessa pellicola datato però 2007. “Nella società dell’evento non è più sufficiente presentare un capolavoro del passato. Bisogna costruirci attorno una “notizia”, il film dev’essere stato appena restaurato”, spiega in un comunicato la Ripley’s Home Video, “E se non avesse bisogno di restauro? E se fosse già stato restaurato?”.

Al capolavoro di Leone, infatti, era stata data nuova vita da Ripley’s film e Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, con tanto di presentazione alla 64esima Mostra del Cinema di Venezia. “Con la differenza che, allora, le lavorazioni furono effettuate in modo filologico su pellicola”, spiega l’amministratore unico di Ripley’s, Angelo Draicchio, al fattoquotidiano.it. Un anno e mezzo di lavoro, la collaborazione per il sonore di Ennio Morricone e per la qualità visiva del grande Johan Prjis, pellicole sperimentali della Fuji per una ricostruzione ufficiale della versione cinematografica originale del ’64: “Abbiamo optato per una scansione in 2k, anche se c’era già il 4k, perché la ritenemmo risoluzione ottimale in rapporto al formato panoramico 35mm Techniscope comunemente detto 2P, come lo girò Leone”.

“Non voglio fare la guerra alla Cineteca, a cui tra l’altro ho prestato gratis alcuni film di De Sica e Camerini per il Cinema Ritrovato 2013” – conclude – “però non capisco i termini tecnici della loro operazione. Non è che basta fare una copia in DCP da un negativo e poi dire che si ha in mano un restauro. Perché una inutile versione in 4k, quando ci sono già gli 8k? E ancora: perché non ci si è confrontati con chi aveva già restaurato il film come fece, che so, la Cineteca di Monaco per Metropolis interpellando tutte le cineteche del mondo? Abbiamo saputo tutto a lavoro finito non più di due settimane prima di Cannes. Messe così le cose, sembra che il loro unico obiettivo fosse la vetrina francese”.

“Il restauro di Per un pugno di dollari della Ripley’s l’abbiamo visto in Blu-ray”, racconta Davide Pozzi, direttore del laboratorio della Cineteca di Bologna, L’Immagine Ritrovata, “a livello soggettivo l’ho trovato con una correzione colore troppo moderna e poco fedele all’originale. Poi reputo che la risoluzione 4k per questo film in 35mm sia migliore in altezza e larghezza rispetto a quella da 2k. Grazie alla nostra versione la cui lavorazione su diversi negativi è durata da ottobre 2013 ad aprile 2014 si vedranno più nitidi i capelli dei protagonisti, la parte alta e bassa del fotogramma. Ad 8k e 11k non avrebbe più senso farlo né oggi, né negli anni a venire. La vera sfida di domani non sarà più nella risoluzione alla cieca, ma nel lavoro sui bit, quindi sulla profondità del dato – chiosa Pozzi – oggi arriviamo a 10 bit, quando saremo a 16, che so tra cinque anni, potremmo fare un nuovo restauro di Per un pugno di dollari e si vedrà oggettivamente ancora altra differenza di risultati in positivo”.

Finanziato da The Film Fundation di Martin Scorsese e dalla Hollywood Foreign Press Association, il restauro versione 2014 di Per un pugno di dollari è stato proposto alla Cineteca dalla Unidis Jolly Film di Pier Giorgo Paladino, erede del produttore dell’epoca Giorgio Papi. Anche se i diritti della versione dvd/blu-ray del 2007 rimangono in mano a Ripley’s e come distribuzione istituzionale alla Cineteca Nazionale.

L’eco della polemica sul Leone ri-restaurato, però, è finito sul web dove si sono susseguiti pareri tecnici di professionisti del mondo del restauro cinematografico che, visto il sempre più esiguo supporto dei denari pubblici, pare destinato ad una concorrenza nel mercato privato sempre più spietata ed inattesa: “Oggettivamente nei 7 anni intercorsi tra le due versioni del film di Leone non ci sono stati ritrovamenti eclatanti, come i 40 minuti di Metropolis ritrovati in Argentina nel 2008, tali da sparigliare la versione originale del film e da farne un nuovo restauro”, spiega al fattoquotidiano.it una professionista di una cineteca nordeuropea che vuole rimanere anonima, “come tecnicamente il 2k per un negativo in 2P raccoglie già tutte le informazioni dell’originale. Allo stesso tempo si sa che oramai ad ogni istituzione culturale di archivio cinematografico europeo viene sempre più chiesto di creare eventi di grande richiamo per il proprio lavoro di restauro più o meno filologico. Il British Film Institute, ad esempio, rilancia di continuo Hitchcock, la Cineteca di Bologna Rossellini e Leone. Senz’altro cinema di qualità, anche se oltre quel 20% di classici che richiamano le grandi folle, c’è un 80% di scatole mai aperte che giacciono negli scantinati pieni di pellicole nascoste e che magari rimarranno sconosciute per sempre”.