Mentre in Italia dalla mezzanotte è scattato il silenzio elettorale in attesa dell’apertura di seggi (domenica mattina alle 7), negli altri Paesi europei proseguono le votazioni per il nuovo Parlamento. Nella giornata di sabato vanno alle urne gli elettori di Malta, Lettonia e Slovacchia. Si tratta del terzo giorno di voto per eleggere i nuovi eurodeputati: giovedì sono stati chiamati a votare gli elettori di Regno Unito e Olanda, venerdì, oltre ai cechi, anche i cittadini dell’Irlanda. E da Londra e Amsterdam arrivano indicazioni interessanti – anche se non univoche – su uno degli aspetti cruciali di questa tornata elettorale: le chance di affermazione dei partiti euroscettici. Infatti, pur in assenza di dati ufficiali, secondo molti osservatori l’Ukip di Nigel Farage, dichiaratamente a favore dell’uscita del Paese dalla Ue, potrebbe ritrovarsi al primo posto, migliorando il successo ottenuto alle amministrative che l’hanno visto affermarsi come terzo partito. Al contrario, però, la temuta “ondata” anti-Unione non ha travolto l’Olanda: gli exit poll indicano anzi che il partito xenofobo di Geert Wilders avrebbe addirittura perso un seggio, ritrovandosi quarto con solo tre eurodeputati.
Quanto ai Paesi al voto in queste ore, in Slovacchia a preoccupare è soprattutto l’affluenza: stando ai sondaggi dei giorni scorsi, gli elettori slovacchi – 4,4 milioni, che eleggeranno 13 rappresentanti – potrebbero far registrare un record negativo per quanto riguarda l’afflusso alle urne. In Lettonia – dove il voto viene anche considerato un’indicazione in vista delle elezioni parlamentari di per ottobre – gli aventi diritto sono 1,5 milioni e i seggi attribuiti al Paese 8. A Malta sono 330mila i cittadini chiamati a scegliere 6 legislatori europei. Le operazioni di voto continueranno anche in Repubblica Ceca, dove sono cominciate venerdì.
Domenica sarà poi la volta di Italia, Grecia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Svezia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Romania, Ungheria, Slovenia e Croazia. I membri del Parlamento europeo da eleggere sono in totale 751 e ogni Paese deve sceglierne un numero predefinito, stabilito in base al principio di “proporzionalità decrescente”: in pratica, i Paesi più popolosi hanno più seggi di quelli con meno abitanti. Lo Stato membro con più rappresentanti è la Germania, che ne ha 96, quelli con meno deputati sono Cipro, Estonia, Lussemburgo e Malta, che ne eleggono sei. L’Italia, come il Regno Unito, dovrà eleggere 73 europarlamentari.
Questa è l’ottava volta che si vota per le europee. Ma è la prima in cui i cittadini dell’Ue avranno voce in capitolo nella scelta dell’esecutivo europeo: in seguito a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona in vigore da dicembre 2009, il nuovo presidente della Commissione europea sarà individuato tenendo conto dell’esito del voto per l’Europarlamento. Nell’Unione non esiste un sistema elettorale unico, ma il voto è organizzato in base alle legislazioni nazionali. Le uniche regole comuni prevedono che si debba trattare di elezioni a suffragio universale diretto, gratuito e riservato.