17 maggio 2014: una data che resterà impressa a lungo nella mia mente. Se qualcuno d’ora in poi mi chiederà com’era stare ad assistere a una partita a Wembley io non mi limiterò soltanto a descrivere la partita che ho visto, ma tutta la giornata nel suo insieme.
Wembley Stadium, inaugurato nel 2007 sulle ceneri del vecchio e glorioso impianto che ha fatto la storia calcistica dell’Inghilterra, non si tratta soltanto di un stadio ma di un’intera città dello sport. Infatti dentro si gioca a calcio, ma fuori c’è un’area commerciale gigantesca, fatta da negozi, ampi parcheggi, ristoranti, hotel, strutture sportive, persino panetterie (cosa quasi inusuale in Inghilterra), tanto verde e addirittura un’area di gioco per bambini, un parco giochi insomma. Sabato scorso, in questo stadio, situato nella periferia nord di Londra erano quasi in 90 mila gli spettatori presenti, venuti qui per assistere alla finale di Fa Cup, la quale ha visto l’Arsenal trionfare sull’Hull City per 3-2 come risultato finale. Una partita che nel gioco si è conclusa nei minuti dopo i supplementari, i quali hanno sancito la vittoria dei Gunners.
Da sottolineare tuttavia la correttezza e nel suo insieme il chiaro esempio di civiltà portato a termine da tutti i presenti all’incontro. In Inghilterra, allo stadio, ci sono telecamere ovunque, misure di sicurezza molto efficienti e gli steward (pagati dai Club) controllano tutto, ma questo riesce grazie alla cooperazione di tutte le persone presenti. Questo il motivo per cui qui alle partite si vedono famiglie, bambini, giovani, pensionati e addirittura signore anziane anche sulla ottantina. Trasgredire le regole è difficile, anche se questo non significa che il fenomeno hooligans sia stato del tutto arginato, gli hooligans ci sono, ma per la maggior parte non stanno dentro allo stadio. Inoltre la differenza principale è che qui li arrestano e li interdicono a vita, in Italia se li fermano li lasciano fuori soltanto per qualche tempo. Sabato tutto si è svolto alla grande, sia in campo che fuori. Eppure non ho visto un poliziotto che sia stato uno dentro allo stadio, solo steward. La polizia ha pattugliato e perlustrato molto bene North Wembley, l’intero quartiere fino a notte fonda, garantendo un’ottima sicurezza anche per i residente e nel post gara non si sono verificati incidenti. Tutto questo divieto delle trasgressioni tuttavia ha comportato ad un aumento esponenziale del costo dei biglietti, anche per vedere un semplice incontro di bassa classifica nella League One, si può pagare sino a 22 pounds (l’equivalente di 26 euro). In poche parole la “working class”, la stessa che negli anni Ottanta affollava gli stadi inglesi, è stata praticamente fatta fuori, certo qualche match ce lo si può permettere ma è tutto molto più costoso e difficile. L’alternativa sarebbe andare a vedersi la partita al pub, molti tifosi lo fanno, dove una pinta di quelle giuste è d’obbligo e dove soprattutto si ritrova il vecchio calcio che conta, quello meno business e più sport, tra le storie di chi spesso e volentieri lo ha vissuto per davvero e che ha ancora molto da raccontare.
di Federico Gervasoni- Giornalista freelance, vive dallo scorso inverno a Shrewsbury. Tra le altre cose scrive anche per il quotidiano online “Il Fatto Bresciano”. Grande appassionato di calcio inglese.