Diritti

Disabilità, turismo accessibile è miraggio. “Non esiste mappatura nazionale”

L’avventura alla ricerca di spiaggia, hotel, locali e ristoranti attrezzati per una persona disabile è un percorso a ostacoli senza eccezioni da nord a sud. Così, andare in vacanza diventa una operazione totalmente affidata al fai da te. Perché neppure il ministero ha mai messo a punto un elenco aggiornato e capillare. E le iniziative sono affidate ai singoli o agli enti locali

“Mi spiace, non posso aiutarla”. “Non ne ho idea, se vuole faccio una ricerca online”. “Posso distinguere solo tra spiagge con sabbia fine, mista a sassolini, ghiaia”. L’avventura alla ricerca della spiaggia accessibile per una persona disabile inizia con le risposte desolanti degli uffici turistici delle varie località balneari, da nord a sud, senza eccezioni. In Italia non esiste una mappa ufficiale delle spiagge attrezzate. Allora bisogna fare da soli, attaccarsi al telefono e munirsi di molta pazienza. “Cerco su internet i numeri dei bagni, li chiamo e chiedo se ci sono le pedane per raggiungere l’ombrellone, i lettini rialzati, le carrozzine per entrare in mare”, spiega Max Ulivieri, esperto di turismo accessibile, fondatore del portale Diversamenteagibile.it e blogger de ilfattoquotidiano.it.

Non basta però. Bisogna assicurarsi che la spiaggia sia vicino a un hotel senza barriere architettoniche”. E qui è un altro dramma. “O manca oppure il sito web non presenta foto dell’ascensore, dei bagni e della camera con i servizi che dovrebbe offrire”, continua Max . Risultato? “Non capisco se in quell’hotel ci posso andare o meno con la mia carrozzina elettrica che pesa oltre 100 chili. Tanto per intenderci: se c’è uno scalino, chi mi solleva? Oppure: se scrivono ‘piscina accessibile’ significa che c’è un sollevatore o uno scivolo?”. Quindi Max telefona e chiede conto di tutti i servizi di base: il bagno dotato di maniglie di sostegno, doccia con seggiolino, ascensore con porta di accesso larga almeno 75 centimetri e l’interno minimo di 80 per un metro e venti di lunghezza, letto rialzato. Non è finita qui. Se si sceglie di andare in vacanza in treno, bisogna verificare che anche questo sia accessibile e, nel caso, prenotarlo due giorni prima (“ci sono solo due posti riservati ai disabili”, sottolinea Max). A patto di aver controllato prima che i mezzi pubblici sul posto siano agibili anche con una sedia a ruote e la fermata del bus sia prossima all’hotel. Ennesima domanda non trascurabile: locali e ristoranti saranno “handicap friendly”? “Mai nessuno ti darà tutte queste informazioni insieme. Vige la regola del fai da te“, conclude Max.

Non è di alcun aiuto il ministero dei Beni culturali e del Turismo, che in teoria dovrebbe garantire l’accesso alle strutture a tutti evitando distinzioni in cittadini di serie a e b. In pratica, però, non ha mai messo a punto un elenco delle spiagge accessibili, tantomeno degli alberghi. E delega il compito a qualcun altro. Invita, per esempio, a consultare il portale Italia.it alla voce “accessibilità”, che però rimanda a otto link esterni (tra cui il sito di Max Ulivieri) curati da privati o associazioni e comunque non esaustivi del territorio nazionale. Oppure consiglia la Guida blu di Legambiente, ma il problema è sempre lo stesso: il simbolo “handicap friendly” assegnato a una zona balneare non viene spiegato. Quindi serve un altro giro di chiamate. Peggio della caccia al tesoro.

Nel 2014 si può dire che le spiagge al cento per cento accessibili siano solo iniziative a spot. La Liguria nel 2013 ha lanciato l’idea delle bandiere lilla per contrassegnare i lidi adatti ai clienti con disabilità. A giugno la Regione le assegnerà a 11 Comuni. I criteri di selezione includono, per fortuna, anche l’accoglienza di hotel, mezzi e uffici pubblici, biblioteche, sport e locali di svago. Mirtha Barbetti, commerciante, con l’associazione “Noihandiamo” il 15 giugno inaugura la prima spiaggia accessibile e gratuita a Sestri Levante: una piattaforma piastrellata di cento metri quadrati tra una spiaggia libera e una attrezzata normalmente, con lettini rialzati e carrozzine acquatiche.

Spiaggia libera tutti“, invece, è il progetto virtuoso della provincia di Rimini lanciato nel 2008. Oggi solo tre bagni hanno ricevuto la certificazione: Bagno 27, Egisto 38 e Giulia 85. “A fronte di un investimento minimo di 8mila euro la Provincia dà un contributo del 25 per cento – spiega Stefano Mazzotti, titolare del Bagno 27 – Io ho speso quasi 9.500 euro per attrezzare la mia spiaggia, anche con le piantine tattili per gli utenti non vedenti”. Ma l’affluenza di clienti disabili è sotto le aspettative, perché? “Gli hotel vicini hanno barriere architettoniche importanti. Così non si può andare avanti”, commenta Mazzotti. Il suo stabilimento, insieme ad altri 60, ha aderito al progetto “Friendly autismo beach“: da quest’anno gli operatori saranno in grado di relazionarsi anche con le persone autistiche attraverso il sistema di comunicazione per immagini (pecs).