This time is different, stavolta è diverso, recita lo slogan della campagna per il voto alle europee 2014 di cui è tappezzata la capitale politica dell’Unione, Bruxelles. È sicuramente diverso perché, con il rinnovo di Parlamento e quella imminente di tutte le cariche più importanti (nomina della Commissione entro fine giugno, nuovo presidente del Consiglio europeo entro la fine anno) sono in gioco i futuri assetti di potere in Europa. Di conseguenza l’attenzione dei media è maggiore che in passato. Su circa 500 milioni di cittadini, sono poco meno di 400 milioni in 28 diversi Paesi gli aventi diritto di voto.

Una maratona elettorale seconda solo all’India. Ma come funziona il sistema, chi raccoglie i voti europei e come verranno elaborati questi voti per trasformarsi in seggi e dunque in maggioranze e minoranze politiche? Exit poll, proiezioni, risultati reali e attribuzione dei seggi cominceranno ad arrivare solo stanotte, a urne chiuse, al Parlamento europeo di Bruxelles. Intanto c’è da dire che, per come è congegnato il sistema, le elezioni europee sono di fatto 28 elezioni nazionali. Diversi sono i giorni di voto per ogni stato, diverse le regole – tutti devono avere il sistema proporzionale, ma variano le soglie di sbarramento, se e dove ci sono – ma soprattutto diverse le ore di chiusura seggi, con l’Italia ultima alle 23 di stasera (e qualche polemica soprattutto da parte di chi, come la Francia, chiude alle 20 e si interroga se attendere o meno un ’ ora per i primi exit poll).

Bruxelles ha imposto una sola regola comunque, il divieto di diffondere risultati reali in anticipo per evitare di condizionare chi sta ancora votando. Sugli exit poll, invece, la decisione è stata lasciata ai singoli Stati. Diverso il comportamento dei due stati dove si è votato giovedì: la Gran Bretagna è rimasta diligentemente in silenzio, mentre l’Olanda al contrario ha già dato i suoi exit polls – ritenuti tuttavia poco attendibili per la modalità con cui i dati sono stati raccolti, come apprendiamo da fonti del Parlamento europeo. La diversità di tempi nei singoli paesi, ci fanno sapere sempre dal Parlamento, significa che la confluenza e la conseguente elaborazione dei risultati dipenderà interamente dalla gestione delle autorità nazionali competenti (in Italia il Viminale).

A Bruxelles saranno una decina di funzionari dell’Ufficio di Presidenza a occuparsi della raccolta dei risultati ufficiali, via via che vengono inviati. Invece, il compito dell’elaborazione dei dati, con gli exit poll, le proiezioni del numero dei seggi e la formazione delle possibili maggioranze, è affidato a un gruppo esterno che già da mesi pubblica sondaggi e previsioni sul sito ufficiale dello stesso Parlamento. La gara d’appalto in vista della notte elettorale è stata vinta lo scorso ottobre dalla Tns Opinion, società che offre servizi di marketing ed è parte della multinazionale Tns global con base a Londra e uffici in più di 80 Paesi. Il costo complessivo del servizio è di 2, 5 milioni di euro.

Dal Fatto Quotidiano del 25 maggio 2014 

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