Cinque ore d’interrogatorio per aggiornare il conto delle mazzette (al telefono chiamate “relazioni”) che salgono da 1,2 milioni di euro a 2,4. Parola di Sergio Cattozzo, l’ex segretario ligure dell’Udc, ritenuto dalla Procura di Milano il contabile delle tangenti al servizio della cupola degli appalti che ha dato l’assalto all’Expo 2015. Cattozzo, che era già stato sentito la scorsa settimana dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, sviluppa l’impianto accusatorio. Stando alle carte dell’inchiesta rappresenta, infatti, la cerniera con le imprese.
Il sequestro del libro mastro delle “stecche”
Un ruolo decisivo come dimostra il sequestro del libro mastro delle stecche. Archivio rigorosamente scritto a mano con nomi, cognomi, cifre da spartire e percentuali sugli appalti. Ed è proprio su questo che ieri si è concentrato l’interrogatorio. Cattozzo ha chiarito molte cifre, ricalcolando la maxi-stecca da 1,2 milioni euro svelata dall’imprenditore vicentino Enrico Maltauro. E così a tredici giorni dagli arresti, la metà delle persone coinvolte nello scandalo iniziano a collaborare.
Il primo è stato Maltauro che in nove ore d’interrogatorio ha confermato il sistema della cupola. Dopo di lui è toccato all’ex manager Expo Angelo Paris ammettere di aver turbato le gare, spiegando di averlo fatto per ottenere coperture politiche davanti alle pressioni dell’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni. Lo stesso Paris che a Gianstefano Frigerio prometteva “qualsiasi lavoro”. Paris, però, nega di aver preso mazzette. Confermate, invece, ieri dallo stesso Cattozzo che per i soli appalti Sogin ha calcolato un tesoretto da 1,5 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 300mila euro per lui e i 600mila promessi.
Frigerio: ho ricevuto regalie non tangenti
Il denaro aumenta nonostante resti ancora fuori tutta la partita che riguarda i lavori della Città della salute. E se lo stesso Frigerio, nell’interrogatorio davanti al giudice Antezza, conferma di aver ricevuto “regalie” ma non tangenti, Cattozzo accusa e dice che l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo intascava il denaro degli imprenditori. Intanto le nuove carte dell’indagine svelano l’attività di Primo Greganti per fare entrare le cooperative nella costruzione di dieci padiglioni stranieri che nasceranno sulla Piastra dell’Expo. Il progetto, ragiona la Finanza, è legato alle informazioni riservate che il Compagno G. ha ottenuto dallo stesso Paris durante una cena. Ma c’è di più. Dagli atti depositati emergono gli inediti rapporti tra la cupola degli appalti e Angelo Caloia, l’uomo che governò lo Ior per vent’anni dopo l’era dell’arcivescovo Marcinkus, nonché attuale numero uno della Veneranda Fabbrica del Duomo e presidente di alcune società del Gruppo Intesa Sanpaolo. L’incrocio con Caloia viene pilotato da Frigerio per garantire la carriera pubblica di Angelo Paris. È il novembre 2013 quando l’ex Dc ne parla con il manager. “Poi un’altra persona che ti farò incontrare che è del nostro vecchio mondo, che è un mio amico carissimo è il professor Caloia”. Paris è molto contento: “Ah sì, ecco quello lì mi piacerebbe molto incontrarlo. È molto interessante”. Pochi mesi dopo, nel gennaio 2014, Frigerio al telefono con Sergio Cattozzo illustra lo scopo dell’appuntamento con Caloia: “Lo vedo a pranzo, Curia milanese cioè Caloia e con Fininvest, che li ho preparati per potenziarlo per il suo futuro!”. L’incontro, in effetti, si concretizza ai tavolini del Westin Palace di Milano. Qui, alle 13,30, c’è anche Fulvio Pravadelli, consigliere delegato Area Amministrazione e Finanza di Publitalia 80. E se da un lato la cupola lavora per garantire Paris, dall’altro si ingegna per trovare una poltrona importante a Giuseppe Nucci, ex ad di Sogin.
Grillo e la chiamata di Guzzetti (Cariplo)
E così il 16 aprile scorso, annota la Finanza, Grillo viene chiamato da Giuseppe Guzzetti presidente della Fondazione Cariplo (uno degli uomini più potenti in Lombardia) e l’ex senatore “gli rammenta la candidatura di Nucci (…) evidenziando che l’assemblea sociale” di Terna, società partecipata dallo Stato, “si riunirà il prossimo 25 maggio”e quindi “i nomi bisogna presentarli entro il 25 aprile (…) io ho avuto conferma da casa Gianni nazionale (Letta, ndr) che si spende”. Grillo chiede a Guzzetti se deve parlare della questione durante una cena con il presidente della Cassa depositi e prestiti a casa dell’ex ministro Gianni De Michelis. Guzzetti lo sconsiglia dicendo che la “segnalazione è stata fatta”. In un’altra telefonata Grillo discute con Nucci delle nomine. Dice: “Il mio amico di Milano (si riferisce a Giuseppe Guzzetti) la sua parte l’ha fatta, speriamo che qualcuno abbia spiegato a questo Presidente (Renzi) che non è Mussolini (…) Che ha diritto ma ci sono degli altri, se no fa come Enrico (Letta)”. Ieri il procuratore Bruti Liberati ha smentito i pedinamenti della Finanza per accertare se Greganti sia mai entrato in Senato.
Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 21 maggio 2014