Ore 17,58 siamo tutti in piedi quando un boato ci ricorda l’ora esatta dell’attentato e ci riempie gli occhi di lacrime. Nella Scuola di Polizia di Peschiera del Garda, ricordare la strage di Capaci che è costata la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti di scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani è stato come riaprire l’ennesima ferita che dilania il nostro Paese. Sulla sinistra quel che rimane della Quarto Savona Quindici, la macchina su cui viaggiavano i tre agenti di scorta, nel cielo cinque lanterne bianche che si sono alzate con il risuonare dei nomi delle vittime pronunciate in coro dagli allievi del 189° corso di polizia.
Gli allievi cantano in coro Pensa di Fabrizio Moro mentre ad aprire la serie di testimonianze è il direttore della scuola Gianpaolo Trevisi che ha voluto ribadire ai propri ragazzi che portare la divisa è anche ricordare ogni giorno gli eroi che hanno creduto in essa. Non bisogna demoralizzarsi mai,crederci sempre e quando c’è una piccola debolezza pensare a chi ha sacrificato la propria vita. Ad alleggerire il clima è Pif , Pierfrancesco Diliberto, che parla della sua esperienza dopo il film La mafia uccide solo d’estate, poi ricordando la strage afferma: “Bisogna vivere il 23 maggio come se fosse ogni giorno 23 maggio,ogni giorno. Perché purtroppo la mafia ti vince nel quotidiano; invece oggi è il 23 maggio, domani è il 23 maggio, dopodomani deve essere il 23 maggio. Quando mi chiedono nelle scuole:”Ma quelle morti sono servite?” Ho trovato la risposta solo recentemente ed è DIPENDE TUTTO DA NOI” .