Le indagini erano partite nell’aprile dello scorso anno e riguardano pagamenti per la ristrutturazione della sua villa di Imperia che secondo l’accusa sarebbero stati inferiori al valore degli interventi compiuti. Durante la perquisizione della polizia era stato trovato un maxi-archivio che ora è sotto la lente dei magistrati
Finanziamento illecito e ricettazione. Per queste accuse il pm di Imperia Alessandro Bogliolo ha chiesto il rinvio a giudizio, con citazione diretta, di Claudio Scajola. L’ex ministro arrestato lo scorso 8 maggio dalla DIA di Reggio Calabria per aver favorito la latitanza del ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L’udienza non è stata ancora fissata perché la decisione spetta al presidente del tribunale.
Le indagini erano partite nell’aprile del 2013 e riguardano alcuni pagamenti effettuati da Scajola per la ristrutturazione della sua villa di Imperia. Secondo la tesi del pm i lavori di ristrutturazione di Villa Ninina sono stati pagati molto meno di quanto realmente valevano. Secondo i periti della procura i lavori effettuali nella villa avevano un valore di circa tre milioni di euro mentre quelli effettivamente pagati sono stati di un milione e mezzo. La differenza costituisce, secondo il pm, il finanziamento illecito per l’ex deputato di Fi e nell’ambito di questo procedimento è stato rinviato a giudizio con citazione diretta anche il titolare dell’azienda che ha svolto i lavori di ristrutturazione. L’accusa di ricettazione nasce, invece, dal ritrovamento nella villa durante le perquisizioni sulle ristrutturazioni di una informativa vecchia di qualche anno su un ex deputato del Pdl Eugenio Minasso, nella quale si faceva riferimento a lui come consumatore di cocaina.
Il legale di Scajola, interpellato dall’Ansa, ha detto di respingere “duramente” le accuse riguardanti il finanziamento illecito. “È stato tutto regolarmente pagato”, ha sottolineato. Quanto all’accusa di ricettazione, secondo il legale si tratta di un accusa “ancora poco chiara”. “Secondo il pm Scajola non poteva detenere quella vecchia informativa da qui l’accusa di ricettazione. Aspettiamo – ha sottolineato – di avere la notifica del processo in cui ci si sarà la ricostruzione fatta dal pm su entrambe i capi di imputazione e lì cercheremo di capirne di più”.
Durante la perquisizione nello scantinato della villa, la polizia aveva trovato infatti una serie di dossier e alcuni documenti classificati come “riservati” dal Ministero dell’Interno. Un maxi archivio che la Dia di Reggio Calabria ha sequestrato e che martedì inizierà a essere esaminato dai magistrati che coordinano l’inchiesta che ha portato in carcere l’ex ministro dell’Interno con l’accusa di avere favorito la latitanza dell’ex deputato di Fi.