L'ex segretario territoriale dei Ds, Marco Ruggeri, formalmente ancora consigliere regionale, ha incassato il 40% dei voti mentre Filippo Nogarin il 19%
Addio a una delle ultime “roccaforti” rosse d’Italia: per la prima volta in sessant’anni il sindaco di Livorno sarà deciso al ballottaggio. A intralciare la vittoria del candidato sindaco del centrosinistra (Pd, Sel, Idv, PsiConfronto e “Livorno decide”) Marco Ruggeri, esponente di spicco del Pd, è stato l’ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin del Movimento 5 Stelle (foto). L’ex segretario territoriale dei Ds, formalmente ancora consigliere regionale, ha incassato il 40% dei voti mentre il grillino il 19% (scrutinati 168 seggi su 172).
Alle elezioni del 2009 il sindaco uscente Alessandro Cosimi (Pd) era riuscito a fare il bis raggiungendo il 51,5%. Al terzo posto di queste amministrative Andrea Raspanti di “Buongiorno Livorno” sostenuto da altre tre liste di sinistra. Risultato assai deludente per i tre candidati del centrodestra: Elisa Amato (Fi) al 7,2%, Marcella Amadio (FdIAn, Udc, Lega) al 4,5% e Costanza Vaccaro (Ncd) all’1,7%. Marco Cannito (CittàDiversaDasul) al 6,3%. “E’ un risultato storico – dice Nogarin a ilfattoquotidiano.it – ci sono tutti i presupposti per bissare quanto avvenuto col sindaco di Parma Federico Pizzarotti: lui partiva dal 16%, noi dal 19%. Possiamo davvero farcela”.
In vista del ballottaggio il candidato M5s preferisce non parlare di “alleanze” o “apparentamenti” con altri partiti, bensì di “dialogo” per provare a stendere un programma comune “nel segno della discontinuità”. “Il voto non appartiene ai partiti, il nostro interlocutore principale sarà il cittadino“. Disposti anche a dialogare con l’area di centrodestra? “Dialogheremo con tutti i cittadini”. Il 43enne lancia la sfida in vista dell’8 giugno: “E’ una grande occasione per poter cambiare la storia di una città ormai in ginocchio: dopo settant’anni è possibile arrivare alla svolta”.
Da parte sua Ruggeri sottolinea: “La coalizione di centrosinistra ha una percentuale di voti che è il doppio del nostro primo competitore”. Impossibile non fare però un paragone con quanto emerso dal voto europeo in città. Un dato che lo stesso candidato Pd non esita a definire “quasi clamoroso”. “Il Pd prende nello stesso giorno, nella stessa urna, il 52% alle europee e almeno 15 punti percentuali in meno a livello locale. Al netto delle fisiologiche oscillazioni dovute al diverso numero di liste, questo dato ci indica, ancora una volta, la grande necessità di un cambio di passo”.
Il segretario cittadino del Pd Jari De Filicaia taglia corto: “Sapevamo che l’ipotesi del ballottaggio era una possibilità reale, il risultato quindi non ci coglie affatto di sorpresa”. Poi aggiunge: “Il nostro slogan è stato ‘Livorno punto e a capo‘: sapevamo che all’inizio dovevamo pagare un prezzo per aprire una stagione nuova”. Il popolo del Pd, prosegue De Filicaia, “scenderà adesso ancora in strada per cercare di spiegare meglio le proprie idee”. All’orizzonte non sembra esserci nessun apparentamento, anche se Sel invita a dialogare con “Buongiorno Livorno“.