Soprattutto, guardando ad Atene con un occhio significativo per mille ragioni (in primis perché è stato l’occhio del ciclone della crisi), i partiti anti Troika raccolgono più voti di quelli pro-memorandum. Se si sommasse il risultato di Syriza, comunisti del Kke e neonazisti di Alba dorata si avrebbe circa il 43%, molto più del 30% raggranellato dai conservatori di Nea Dimokratia (22) e dall’Ulivo ellenico (8%). Significa che, se il voto popolare ha ancora un peso specifico, i cittadini hanno evidentemente bocciato chi ha raggiunto quell’accordo con la Troika per chiudere il maxi debito ellenico con altri debiti infiniti, e addirittura arrivando al paradosso che il mini avanzo primario che il premier Samaras sbandiera come risultato eccezionale verrà usato per pagare gli interessi, non per stimolare la ripresa.
Un passaggio su cui non si può non riflettere, dal momento che, fino a prova contraria, ci troviamo in un sistema democratico e non monarchico. Gli elettori rifiutano la medicina che il medico di Fmi, Bce e Ue sta iniettando al malato terminale ellenico, idratandolo e alimentandolo forzatamente nonostante un encefalogramma da tempo piatto. Vorrà pur dire qualcosa, o no?
Il ragionamento che andrebbe serenamente fatto a questo punto è: esiste un’altra via che non sia questa per governare l’Europa? E soprattutto, i partiti che si dicono alti e democratici come non comprendono che i risultati di “altri” partiti sono principalmente figli di politiche dissennate e di trent’anni di eurodisastri?
In questo pertugio l’esempio di Alba dorata è calzante. Alle politiche del 2012 ha preso il 7%, alle Europee 2014 il 9,4% e alle amministrative ha toccato punte del 20% al comune di Atene e nella regione dell’Attica. Chi l’ha votata? Certamente non solo chi ha una svastica tatuata sull’avambraccio, ma gli anziani che prendono 350 euro di pensione, gli indigenti che si recano alle mense, molti poliziotti che guadagnano 700 euro al mese rischiando la pelle per le strade del Paese, o più semplicemente tanta gente comune stanca di ruberie e promesse che ha fatto una scelta di rottura.
E Tsipras? Domenica notte la sua rivoluzione si è definitivamente compiuta, toccando il record storico in Grecia dove mai un partito di sinistra era giunto primo assoluto in una competizione elettorale. Da domani però viene il difficile, perché dovrà misurarsi con l’obiettivo delle elezioni anticipate – ampiamente alla portata – e soprattutto dovrà convincere i greci che la sua medicina è migliore di quella della troika.
twitter: @FDepalo