Un paio di considerazioni a margine dei tanti commenti che pioveranno sulle elezioni, vorrei farle anch’io. Un primo spunto mi viene dato dalla solita litania che squalifica chi non ti ha votato: dai politici mafiosi al popolo corrotto il passo è breve: i politici sarebbero rimasti mafiosi, ma il popolo avrebbe raggiunto vette di meraviglia se, al contrario, ti avesse votato.
Che poi il popolo corrotto sia la somma di quei cittadini che la retorica berlusconiana prima e grillina dopo vuole vergini rispetto al male, squalifica ulteriormente i tanti epiteti con cui quel 40% di elettori che ha scelto Renzi, viene etichettato.
La questione degli 80 euro, in tale logica, riassume in termini offensivi ed arroganti, le ragioni di chi si ostina a mettersi al centro dell’universo pensando che sia il mondo a ruotare intorno a lui e non viceversa. La stessa arroganza che ha contraddistinto tanta sinistra nel volere qualificare il voto a Berlusconi degli anni passati come voto esclusivamente interessato a prebende o ad altro.
Non si nega che ci sarà anche questo aspetto, ma ridurre la portata di milioni di voti solo a questo denota, quanto meno, una idea del cittadino che fa a pugni con la retorica di cui sopra.
Ed infine la grande questione che riguarda tutti: l’autoreferenzialità quando si smarrisce il senso delle cose, ci tiranneggia. Ed è questa progressiva autoreferenzialità che ha fatto smarrire ai partiti la cifra della loro esistenza che era quella di farsi interpreti della realtà, traducendola in fatti politici. Tale capacità, un tempo apparteneva alla classe dirigente, formata e istruita, che portava avanti gli interessi di blocchi sociali di cui era diretta rappresentanza. Oggi, nella ripetizione infinita del superamento delle ideologie i partiti si sono smarriti. Le rappresentanze, quando vanno bene, si limitano a quelle degli amici che ti circondano e il partito si traduce in una faccia o in un leader che più di altri è capace di rassicurare tutti, non più la parte della società di cui, in origine, si doveva fare interprete. E una società post ideologica senza blocchi sociali non ha avversari che si fronteggiano.
La costruzione del nemico ha rappresentato la fortuna, ma anche il limite vero di Berlusconi, ieri. Oggi rappresenta la fortuna ma anche il limite di Grillo. L’assenza del nemico, al contrario, la fortuna di Renzi e del Pd.
Che ci piaccia o meno è altro discorso.