Qualche centinaio di giornalisti stipati nell’emiciclo del Parlamento europeo di Bruxelles, videocamere, dirette tv, 24 lingue parlate, e tanto caffè. Non è bastata un’intera serata, a mezzanotte passata ancora non si hanno i risultati finali delle elezioni europee iniziate il 22 maggio nel Regno Unito e nei Paesi Bassi e finiti stasera alle 23 in Italia. Siamo proprio noi gli ultimi a chiudere le urne elettorali, e le battute si sprecano: “sempre ad aspettare gli italiani”.
Dati che scorrono, percentuali in continua contraddizione, l’ennesimo collega che ti chiede un parere su quello che succede nel tuo Paese. Qualcuno conosce un collega greco? E in Spagna gli Indignados cosa stanno combinando? E poi quel pasticciaccio brutto della Francia, con il Front National di Marine Le Pen il primo partito del Paese.
Questa è l’Europa, persone con lingue e culture diverse che la storia, l’attualità e il bisogno spinge a lavorare insieme e a cooperare… perché i tweet in greco sono davvero difficili da leggere, soprattutto se si è italiani! Tutto attorno schermi e politici, i primi brillanti, i secondi meno (sia pur con qualche eccezione). Fuori, purtroppo, i cittadini, troppo lontano ancora da quello che succede nella bolla europea di Bruxelles – bassa, troppo bassa l’affluenza al voto circa del 43 per cento in Europa.
Eppure qua dentro gli italiani si occupano della Francia, gli spagnoli dell’Italia e i tedeschi della Grecia – tanto per cambiare. Dopo la mezzanotte i candidati alla Commissione europea parlano in Aula e nessuno fa caso che Guy Verhofstadt è belga, Schulz è tedesco, Juncker lussemburghese, Ska Keller è tedesca e Alexis Tsipras è greco (lui parla in video). Sono cinque europei con sensibilità politica diverse e accenti diversi, ma tutti europei di fronte a una platea europea, almeno per una notte.
Succede che a una certa ora ci si sente importanti, visto che il Pd italiano diventa la delegazione più importante del Pse e forse dell’intero Parlamento europeo. Intanto alcuni colleghi di una televisione olandese portano delle sagome di eurodeputati che verosimilmente non verranno rieletti – gli olandesi hanno un senso dell’umorismo tutto da scoprire. Se solo ci si conoscesse un po’ di più…
Il problema è che l’Europa non è solo questa, o meglio non è soprattutto questa. Chi vive e lavora a Bruxelles, come il sottoscritto, dopo un po’ non vede più certe differenze, o dà meno importanza, e all’improvviso si sente, o si illude di essere europeo. Questo succede in una lunga notte come questa, dove protagonista è l’Europa raccontata. Ma là fuori ci sono tanti europei che questa storia devono ancora ascoltarla.