Oltre ai meriti di Renzi, per far uscire un risultato del genere bisogna sommarci gli errori del M5S. Sono state dette già molte cose per spiegare la sconfitta del M5s. Preferendo parlare solo quando posso aggiungere qualcosa, elencherò solamente i punti meno evidenti, che forse sono sfuggiti. Dopotutto, il diavolo sta nei dettagli.
La comunicazione batte i contenuti. Questa è solo un’altra sua vittoria.
La politica vive del consenso del popolo, dunque la comunicazione, ovvero le campagne e le azioni fatte per convincere la popolazione, devono essere la cosa principale. Il Pd è stato comunicazione. Il Movimento 5 stelle è stato anche comunicazione.
Se chiediamo a un lettore del Pd “cosa ha fatto Renzi?” vedremo una certa esitazione ma avrà la sensazione che Renzi abbia realmente fatto “tante cose”. In realtà ha fatto tanti annunci, ma a livello suggestivo è la stessa cosa. Poi, facendo qualcosa di personalmente tangibile, come gli 80 euro, nella mente scatta questo ragionamento: se ha detto la verità in questa occasione, perché dovrebbe aver mentito nelle altre?
Quando un giornalista chiede a Renzi di affrontare un argomento tecnico, dettagliato, lui preferisce parlare di altro “altrimenti il pubblico a casa si addormenta”. Il M5s invece, sperando che gli spettatori più che dormienti siano svegli, parla dei dettagli delle leggi, di processi, commissioni, dati reali. È da apprezzare la fiducia che ha il M5s nella soglia d’attenzione degli italiani, ma la comunicazione segue altre regole e non accettarle, come abbiamo visto, produce risultati catastrofici.
Se sei un Movimento né di destra né di sinistra non dovresti attribuirti Berlinguer.
Parte dell’elettorato del M5s viene da destra, non ama Berlinguer (e neanche molti ex comunisti lo amano). Molti di quelli potrebbero averci ripensato per questo motivo. Inoltre, chi ha votato M5s per un senso di antipolitica, sarà stato spiazzato da questa vicinanza a un vecchio politico.
Renzi, oltre al suo staff, deve ringraziare Berlusconi, che ha alzato i toni per lui. Renzi ha potuto giocare il ruolo di quello fuori dalla rissa, mantenendo toni relativamente bassi che sono piaciuti ai moderati. Nel frattempo Berlusconi ha fatto per lui il lavoro sporco, convincendo milioni di elettori che Grillo è Hitler.
Potendo scegliere fra un “vaffanculo” di Grillo e un “vai a quel paese” che Renzi direbbe con la sua opera di rottamazione, hanno scelto il secondo. Il giusto equilibrio fra un desiderio di cambiamento e la voglia di non sbattersi troppo.
Renzi ha usato strategicamente i poteri da premier in campagna elettorale, senza i quali non avrebbe potuto dare gli 80 euro e fare le presentazioni con le slide, da lui stesso chiamate “televendite”, che sono piaciute a tutti. In guerra bisogna saper usare tutte le armi in proprio possesso e Renzi l’ha saputo fare.
Un errore del M5s è stato quello di aver dato poco spazio ai candidati europei in Tv. Solitamente, a nessuno interessa ascoltare i candidati poco famosi. Ma per il M5s è diverso. Anche in questa campagna si è insinuata l’incompetenza dei pentastellati, invitando a non mandare “incompetenti” e “pagliacci” in Europa. Per questo, solo nel caso del M5s, farli vedere in Tv sarebbe stato giusto. Ne ho conosciuti alcuni e altri li ho visti in video. Molti di loro sono molto preparati. Esporli di più avrebbe aiutato a eliminare i dubbi sulla loro incompetenza, smentendo gli avversari.
Merito a Renzi e alla sua squadra per la storica vittoria. Onore al M5s che ha onestamente riconosciuto la sconfitta (cosa non scontata) senza parlare di mezze vittorie e di risultati “comunque soddisfacenti”.
Per il M5s negare sarebbe da sciocchi, essere tristi umano, cambiare necessario e mollare insensato.